Quanto conosci l’Italiano? Te lo dicono all’Università

“Agrocotto” è una parola italiana? E “controtagliolo”? Spesso non abbiamo un’idea precisa del nostro livello di conoscenza della nostra lingua: tantissime parole ci arrivano in modi diversi, la maggior parte le immagazziniamo, qualcuna la perdiamo. Molto influisce l’età: alcuni studi hanno evidenziato che a circa 20 anni abbiamo incontrato 81mila parole attraverso le interazioni sociali e 292mila attraverso la lettura; a 60 anni diventano 157mila quelle imparate parlando con gli altri e 543mila quelle conosciute grazie a libri e giornali. Ma anche il nostro livello di istruzione ha un ruolo chiave. Ed è proprio con l’obiettivo di realizzare una mappatura estesa della conoscenza della lingua italiana che i ricercatori di psicologia dell’università Bicocca e dell’Università di Gent (Belgio) hanno avviato un test online, e hanno chiesto a Repubblica una collaborazione per diffonderlo il più possibile. Il test dura circa quattro minuti, può essere svolto su pc, tablet, smartphone e consente di ottenere una stima affidabile dell’ampiezza del proprio vocabolario. Si tratta di una prova semplice e intuitiva con cui si chiede ai partecipanti di indicare se la parola che appare sullo schermo del proprio dispositivo, selezionata da una lista di 130mila vocaboli, appartiene alla lingua italiana. Nel test sono mostrate sia parole realmente esistenti che “non-parole” inventate. Spiega Marco Marelli ricercatore del dipartimento di Psicologia della Bicocca: “I dati raccolti con questo test andranno a costituire il più grande database di riconoscimento di parole al momento esistente per la lingua italiana. Stime che sono molto importanti per la ricerca e lo sviluppo di strumenti in ambito clinico, sociale ed educativo, soprattutto per quanto riguarda l’apprendimento della lingua”. “Il test non si interromperà dopo pochi mesi, ma andrà avanti, virtualmente, per molti anni – dice ancora Marelli – consentendoci di esplorare quali parole sono più riconosciute adesso e negli anni a venire. Se oggi i nostri dati fotografano la situazione attuale, tra qualche anno avremo informazioni sullo sviluppo della conoscenza della lingua italiana”.