Università Bicocca: gli studenti protestano contro l’alternanza scuola-lavoro trasformata in sfruttamento

La manifestazione durante la celebrazione dei vent’anni dell’Ateneo. Contestata la ministra Fedeli. La polizia interviene con i manganelli in assetto antisommossa.
Il 21 novembre è tensione all’università Bicocca, dove è in corso l’inaugurazione dell’anno accademico alla presenza del ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli. Un evento durante il quale si celebrano anche i venti anni di vita dell’Ateneo, che è infatti stato fondato nel 1998. Ma allo stesso tempo un nutrito corteo di studenti sfila per i corridoi dell’università al grido di “Si studia e si lavora sempre sotto ricatto, basta basta è tempo di riscatto, è tempo di rispetto” e cercano di fare irruzione nell’Aula magna dove si svolge la cerimonia. A questo punto le forze dell’ordine respingono i ragazzi, i quali continuano a urlare: “Questa è la nostra università” e “ci troviamo sempre più in difficoltà a garantirci un futuro dignitoso”. Poi gli studeni si ritirano in strada e intonano cori contro l’alternanza scuola-lavoro, causa scatenante della protesta, cantando “a lavorare gratis non ci sto”, continuando a contestare la scelta del governo – Fedeli in primis – di obbligare gli alunni delle superiori a partecipare a uno stage lavorativo prima del diploma. Poco dopo i ragazzi cercano di entrare nuovamente in università e sono ancora respinti dalla polizia in assetto antisommossa, che li caricano con i manganelli. Tutta la zona attorno al palazzo U6 dell’ateneo milanese è blindata dagli agenti con scudi e caschi, ma gli studenti riescono a entrare in università e “assediato” il ministro perché “chi distrugge i luoghi della cultura pubblica non merita di entrarci”. Alla fine gli studenti l’hanno vinta e vengono ricevuti dal ministro. I giovani le spiegano che l’alternanza scuola lavoro serve solo “per permettere alle grandi aziende di sfruttarli”. La ministra, dal canto suo, dice che non tutti gli studenti sono d’accordo con loro e che è comunque pronta a non ignorare le loro richieste. La cerimonia dell’inaugurazione è stata anche l’occasione per fare un bilancio sui numeri dell’ateneo. Alla Bicocca in 5 anni gli abbandoni universitari, passano 18,3% del 2015-2016. Con il dato occupazionale anch’esso positivo: a cinque anni dal conseguimento del titolo magistrale lavora l’84% dei laureati e il dato dell’occupazione per i dottorati di ricerca è più alto rispetto alla media nazionale: a un anno dal conseguimento del titolo, infatti, lavora l’88% dei dottori della Bicocca. “La storia della Bicocca è una storia di successo – spiega la rettora Cristina Messa-. Lo testimonia il continuo aumento di studenti che scelgono la nostra università per costruire il loro futuro”. Aumentano anche gli studenti stranieri: sono cinque i nuovi corsi di studio interamente in inglese introdotti nell’ultimo triennio, mentre gli studenti stranieri sono quest’anno il 5,4% e si punta al 10%, Infine, la vocazione europea coincide con uno dei punti forti dell’ateneo, la ricerca, che ha reso la Bicocca un “polo di riferimento per la ricerca avanzata – dice Messa – e uno dei motori del radicale cambiamento di un’area milanese che da zona industriale e fucina del manifatturiero è diventata oggi, anche grazie alla nostra presenza, area multifunzionale e laboratorio di innovazione e cultura”.