Con Botturi per osservare i grandi scrittori dal “buco della serratura”

Il momento della pensione, un avvenimento cruciale per tutti, può essere vissuto con inquietudine. Si chiude per sempre un lungo periodo della propria vita, ci si sente persi, privati di un ruolo attivo nella società. Ma se c’è un interesse, una passione questo è il momento invece di dargli spazio e creare una nuova vita, forse anche più appagante della precedente. Ed è quello che è successo al dottor Giuseppe Botturi che sicuramente molti dei nostri lettori conoscono per aver seguito le sue lezioni di letteratura al Centro Culturale della Cooperativa. “Sono laureato in lingue straniere ma non ho mai insegnato – ci racconta -. Ho lavorato in Banca, in una Finanziaria e poi all’Eni per circa 20 anni. Appassionato di letteratura francese e anglo-americana, una volta andato in pensione mi è capitato nel 2010 di essere invitato al Municipio 6 da un’amica, responsabile del settore culturale del Cam, per tenere un ciclo di incontri su Voltaire, uno scrittore che considero estremamente attuale. Da allora con il passaparola sono stato richiesto da varie realtà culturali e oggi collaboro con i municipi 5 e 6 di Milano, con l’Auser Lombardia e le sedi dell’Ute (Università della Terza Età) di Milano e provincia e avendo conosciuto Maria Piera Bremmi da vari anni sono presente al Centro Culturale di Niguarda. È un’attività che mi impegna, ma mi piace molto il rapporto con le persone e con i libri. Mi diverte preparare le lezioni, fare delle ricerche, approfondire, rileggere o magari leggere per la prima volta opere di diversi autori. Le mie non sono le classiche lezioni di letteratura, ho voluto dare un taglio diverso ai miei interventi, mi piace presentare la persona prima dello scrittore, la sua vita in tutti i particolari, perché secondo me per capire e apprezzare un autore bisogna conoscere il suo vissuto, ed è per questo che amo raccontare aneddoti e pettegolezzi. Questo taglio ‘giornalistico’ tiene viva l’attenzione, fa sentire anche l’autore più grande ‘umano’, più vicino a noi, e suscita curiosità più che se parlassi solo del contenuto o dello stile delle opere. Spesso accompagno queste chiacchierate con proiezioni o con la lettura di brani dei testi affidata a Elena Galli, bravissima e sensibile interprete”.
Letteratura classica o moderna? Quale ritiene essere più nelle sue corde?
“Amo molto la letteratura dell’Ottocento/Novecento ma apprezzo anche alcuni contemporanei, postmoderni come David Foster Wallace morto suicida nel 2008, De Lillo, Franzen, che hanno fatto una rivisitazione molto sarcastica della storia americana. L’unico rappresentante della classicità nel mio programma è Voltaire per una mia personale passione. È uno scrittore estremamente attuale perché affronta tematiche ancora non risolte, la tolleranza, l’assurdità della guerra, gli scontri creati a tavolino in cui è sempre chi manovra dall’alto ad avere la meglio e gli altri sono vittime, il problema del ‘diverso’. Penso che tutti dovrebbero leggerlo per meglio capire il nostro presente. Per fortuna il suo pensiero, le sue riflessioni hanno influito su una schiera di posteri.”
Cosa prevede per il Centro Culturale il suo cartellone del 2018?
“Sicuramente ci sarà una serata dedicata alla fantascienza, altra mia passione. Mi sono laureato con una tesi sulla fantascienza francese da Gilbert ai giorni nostri e negli anni Settanta ho fatto alcune traduzioni per la collana Urania della Mondadori . Ho collaborato inoltre con uno dei massimi esponenti della fantascienza italiana, Vittorio Curtoni, per l’Armenia Editore la cui sede era in via Ca’ Granda e pubblicava la rivista ‘Robot’. La fantascienza che mi interessa non è tanto quella cinematografica dei giorni nostri che gioca troppo su horror o effetti speciali quanto piuttosto quella sociologica di Philip Dick, Arthur Clarke, Ray Bradbury. la cosìdetta ‘letteratura d’anticipazione’ che cerca di riflettere sul presente per capire come potrebbe trasformarsi la nostra società nel futuro. Questo incontro dedicato ai ‘viaggi nel tempo’ probabilmente sarà in calendario la primavera prossima mentre in autunno prevediamo un paio di serate dedicate a un autore, forse Gogol oggi considerato il padre della letteratura russa”. Due appuntamenti da segnalare non solo per gli interessanti contenuti proposti ma anche per la verve e la chiarezza con cui Giuseppe Botturi riesce a trasmettere la sua passione e a coinvolgere il pubblico. Questo è un modo intelligente per usare il tempo libero da pensionati, continuare a mettersi in gioco, tenersi allenati, utilizzare le proprie capacità per sé e per gli altri.