In ricordo di Gianmario Molteni

Avevo conosciuto Gianmario Molteni negli anni ‘80 al tempo della mia Presidenza nel CdZ 9, ma i nostri incontri rimasero occasionali. Mi ricordo che un giorno mi portò un suo racconto “La Biacca” e fu l’occasione per rivederci ancora. Con Gianmario non mancavano certamente gli argomenti, dalla politica alla poesia. Mi interrogava circa il mio lavoro in ospedale, mi parlava delle sue esperienze di dirigente, non erano incontri noiosi. La sera della tradizionale manifestazione del 24 Aprile organizzata dall’ Anpi di Niguarda, nel 2000, parlammo a lungo della Edificatrice di Niguarda e della Cooperazione in generale. Fu sostanzialmente un interrogatorio, voleva capire dove andava il Movimento Cooperativo, quali prospettive si aprivano, con quali strumenti, idealità parlavamo alle nuove generazioni. Periodicamente veniva a trovarmi in Cooperativa, ma non erano incontri di mera cortesia, al centro c’era sempre un suo progetto, un’idea, era molto propositivo, poco incline alle chiacchere inutili. Partecipava volentieri e con successo ai concorsi letterali, riscuotendo lusinghieri apprezzamenti. Per Gianmario la scrittura era molto importante, vi si dedicava con molta passione, attentissimo ai particolari. Amava le cose belle, si dedicava con passione al restauro di mobili antichi. A Nobiallo sul lago di Como vidi il portone di una chiesa, vecchio di secoli, che lui, con una pazienza incredibile, aveva restaurato. Agli inizi del 2009 venne in Cooperativa e mi parlò dei valori storici e attuali del Movimento Cooperativo, della necessità di realizzare una pubblicazione diretta soprattutto ai Soci. Gianmario Molteni si gettò a capofitto nell’impresa, fece ricerche ad ampio raggio, consultò archivi, raccolse testimonianze e dati statistici di varia natura relativi a tutti i settori della Cooperazione. Nella sua prefazione scrisse: “Preferisco chiamare quaderno e non libro queste pagine, perché nel libro si scrive quello che si sa, in un quaderno quello che si sta cercando di imparare”. Chiamò il suo quaderno, di ben 235 pagine, “Civiltà Cooperativa”. Un intreccio della Storia del Movimento Cooperativo con quella del nostro Paese. Il contenuto del “quaderno “peraltro molto ben documentato e realizzato con dovizia di immagini, invita il lettore a riflettere. Gianmario, Cooperatore di vecchia data, collega i valori sociali, della solidarietà di democrazia della Cooperazione allo sviluppo economico attraverso i decenni. Analizzando e comparando lo sviluppo del Movimento Cooperativo, con occhio critico, com’era nella sua mentalità. Gianmario voleva essere anche concreto e legare la storia all’attualità, ecco perché quel suo “lavoro” andrebbe ripreso e letto, soprattutto dai giovani Soci delle Cooperative. Pochi giorni prima del suo decesso, con mia moglie andammo a trovarlo. La malattia aveva sì fiaccato il suo corpo ma, pur nella piena consapevolezza della situazione, riuscì a intrattenerci con quegli argomenti e con quella serenità che solo una persona straordinaria possiede.