La presenza del Mediatore e del Facilitatore nelle assemblee condominiali

La scelta del legislatore di inserire la materia condominiale tra quelle per cui è necessario esperire il tentativo di Mediazione obbligatoria ha uno scopo non solo deflattivo, in considerazione dell’elevato numero cause in questa materia, ma anche “culturale”; attraverso la mediazione non ci si limita a regolare questioni già conflittuali, bensì si ottiene una più innovativa gestione delle relazioni. All’origine delle liti condominiali troviamo spesso questioni di agevole soluzione, che potrebbero essere risolte ricorrendo al buon senso, all’ascolto attivo e al rispetto delle ragioni e bisogni altrui: questi conflitti – tra cui i più comuni sono quelli che attengono le immissioni e l’uso degli spazi comuni – trovano il loro culmine al momento dell’assemblea. Nella maggior parte dei casi la riunione, ordinaria o straordinaria che sia, rappresenta un momento di tensione in cui vengono riversati malcontenti, con conseguente dilungarsi di un’adunanza che già, per sua natura, può arrivare a durare diverse ore. Sarebbe quindi utile e importante mirare alla ricerca di soluzioni facilitative che consentano di riavviare o favorire la convivenza condominiale, pervenendo a soluzioni condivise. La presenza di figure come il Mediatore e il Facilitatore, neutrali rispetto ai Condomini e all’Amministratore, consente di creare il clima necessario affinché le persone possano esprimersi, aiutandole a relazionarsi con l’altro riducendo pregiudizi e preconcetti. Ciò al fine di comprendere ragioni e bisogni altrui e conseguentemente agevolare decisioni maggiormente equilibrate. Lo scopo è infatti guidare i partecipanti a raggiungere un risultato originato, compreso e accettato da tutti (o almeno da una solida e larga maggioranza!). Una prassi come quella sopra descritta, naturalmente non potrà trovare il terreno adatto in cui esprimersi compiutamente se si tenderà a ritenere che l’assemblea sia il luogo in cui sfogare il nostro risentimento nei confronti dell’altro (vicino o amministratore che sia); resta inteso, tuttavia, che è proprio nei contesti maggiormente conflittuali che la figura del Mediatore-Facilitatore può dare i risultati migliori. È qui che emerge lo scopo “culturale” della mediazione: imparare a stare nel conflitto e superarlo attraverso l’accesso e l’utilizzo di qualificate competenze negoziali. L’avv. Alessia Castellana è Mediatore Civile e Commerciale e collabora con realtà di accertata qualità, nonché con un team di Mediatori e Facilitatori, di comprovato spessore professionale ed esperienza in materia negoziale.

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