Un bilancio del lavoro svolto dai governi nella legislatura appena conclusasi

Con lo scioglimento delle Camere si è conclusa a scadenza una legislatura iniziata nel 2013 con un risultato elettorale che non aveva consentito a nessuna delle coalizioni in campo di avere la maggioranza in entrambi i rami del Parlamento e che quindi rischiava di consegnare il Paese, nel pieno della più grave crisi economica dal dopoguerra, alla ingovernabilità. Nonostante queste premesse in questi anni si è riusciti, riunendo forze diverse che si sono riconosciute in un progetto comune, a governare affrontando i gravi problemi sociali ed economici che la crisi ha prodotto, facendo alcune delle riforme che da decenni le forze progressiste tentavano di realizzare sul terreno dei diritti di cittadinanza, la lotta per la legalità, uno sviluppo sostenibile e rispettoso dell’ambiente e ridurre i costi della politica. Nel 2013 la nostra economia era in recessione, oggi il Paese è ripartito: aumenta da due anni il prodotto interno lordo di oltre un punto e mezzo, crescono le esportazioni e aumenta la fiducia delle aziende e dei consumatori. A inizio legislatura la disoccupazione era al 13%, oggi è all’11% e dopo i due milioni e mezzo di posti di lavoro persi dal 2008 a causa della crisi ne sono stati creati un milione di nuovi di cui una parte importante coi nuovi contratti a tempo indeterminato a tutele crescenti; sono stati riformati gli ammortizzatori sociali e oggi chi perde il lavoro, anche se assunto con contratti a tempo determinato o in piccole aziende, ha una garanzia di reddito (la naspi) tra un lavoro e l’altro per un periodo fino a due anni, finanziata da aziende e lavoratori. Si è intervenuti per salvaguardare gli esodati, si è introdotta l’a.p.e. sociale che ha consentito e consentirà a chi ha perso il lavoro dopo anni di contributi e a chi fa lavori usuranti di anticipare la pensione fino a tre anni. Ci si è fatti carico di affrontare l’enorme problema generato dalla crisi che ha aumentato tanto il numero delle famiglie in stato di indigenza con la prima legge nazionale contro la povertà che da quest’anno garantirà un reddito di inclusione per 18 mesi e percorsi di inserimento lavorativo per un milione di famiglie in stato di necessità. Tutto ciò senza aumentare le tasse. Ricordare queste cose, fatte in questi anni dai governi in cui il Pd ha avuto un ruolo fondamentale, non serve certo a negare i tanti, troppi, problemi che ancora vive il Paese e di cui soffrono tanti, troppi, italiani. D’altra parte la crisi ha prodotto ferite profonde, impoverito una parte grande del ceto medio, creato diseguaglianze inaccettabili, su cui solo parzialmente siamo intervenuti come, per esempio, con gli 80 euro mensili dati ai lavoratori dipendenti con salari sotto i 1500 euro e tolti alle rendite finanziarie aumentando loro le imposte. Sono ancora troppi i poveri e i disoccupati. I problemi non sono tutti risolti, ma si sono poste le basi per affrontarli per tutti. Oggi l’Italia è meglio di quanto non fosse nel 2013. Si sono iniziati ad affrontare problemi enormi come, tra i vari, quello del governo dei flussi migratori, impegnandosi per coinvolgere tutta l’Europa nella gestione, facendo accordi con la Libia per ridurre le partenze e costruire le condizioni per combattere i mercanti di esseri umani e portare le organizzazioni umanitarie sulle coste per evitare trattamenti disumani. Così si sono ridotti di oltre il 30% gli sbarchi, da giugno a oggi, cominciando a fare ciò che si era detto: intervenire per sostenere i governi africani, verificare i diritti all’assistenza umanitaria sulle coste e creare corridoi umanitari che portino in Europa, non solo in Italia, chi ha diritto all’asilo. Insieme alla legislatura finisce anche il mio mandato parlamentare. Insieme a tante e tanti altri ho cercato in questi anni di dare un contributo per migliorare le cose guardando al futuro. Sono orgoglioso di aver contribuito a realizzare le tantissime riforme fatte in questa legislatura. Soprattutto tengo alle cose su cui più ho lavorato: dalla casa, con la legge sull’emergenza abitativa e ora in ultimo con la reintroduzione del fondo sostegno affitti; alla lotta alle mafie, alla corruzione e alla criminalità organizzata, con le 24 leggi riconosciute unanimemente utili approvate in questa direzione in questi anni; all’ambiente, con la legge sugli ecoreati, con le detrazioni fiscali per migliorare l’efficienza energetica anche per i condomini erp e quelli delle cooperative a proprietà indivisa; fino alle cose fatte nell’interesse della nostra città, quali sostenere la realizzazione di Expo, rilanciare la città metropolitana, risanare il Seveso e intervenire per evitare, una volta per tutte, nuove esondazioni. Ma le cose a cui guardo con più orgoglio sono quelle per cui da tanti anni la sinistra si batteva, conquiste di civiltà che cambieranno davvero in meglio la vita di tante persone e da cui non si potrà tornare indietro. Mi riferisco allla legge sul testamento biologico, a quella sul dopo di noi, alle Unioni Civili, quella contro il caporalato e alle leggi che hanno allargato le libertà e i diritti.