Anche sul nostro territorio dalla padella degli incendi alla brace della mafia?

Partendo dall’incendio di Bruzzano di qualche mese fa, David Gentili, presidente della Commissione comunale Antimafia, fa il punto della situazione.
I fatti li conoscono tutti, anche se è passato qualche mese da quel 24 luglio nel quale è andata a fuoco l’azienda di stoccaggio di rifiuti Econova di Bruzzano. “Zona Nove” ha affrontato l’argomento insieme a uno dei massimi esperti di mafia del nostro Paese, Nando Dalla Chiesa, perché l’incendio, proprio come ha titolato il nostro giornale, “puzzava di mafia”. Sarà un caso che poco dopo questo rogo – doloso, come è stato confermato quasi subito – siano andati a fuoco anche un deposito di rifiuti metallici ad Arese e, a ottobre, un altro impianto a Cinisello Balsamo, solo per restare nella provincia di Milano? Che cosa sta succedendo? Nando Dalla Chiesa, nella sua intervista, ha parlato di istituzioni e cittadini sempre più attenti al fenomeno mafioso. E quando si parla di istituzioni il pensiero va alla Regione Lombardia, ma soprattutto al Comune di Milano con la Commissione Antimafia presieduta da David Gentili, che in questa chiacchierata con “Zona Nove” fa il punto della situazione sul rapporto tra la città e la criminalità organizzata.
La prima domanda è d’obbligo: di cosa si occupa la Commissione Antimafia comunale? “La Commissione ha compiti di prevenzione e contrasto alla criminalità organizzata. Ad esempio, segnaliamo situazioni sospette come attività commerciali che potrebbero essere legate al riciclaggio di denaro. Inoltre, elaboriamo proposte all’interno del piano anticorruzione: un esempio è il whistleblowing, il sistema che stimola i dipendenti pubblici a denunciare attività illecite. Si devono alla nostra attività anche il codice etico rivolto alle società sportive, che possono essere oggetto di attenzione da parte dei criminali come dimostra l’incendio del PalaIseo del 2011, e i 9 sportelli aperti in collaborazione con l’Ordine degli avvocati di Milano rivolti alle vittime di usura ed estorsione. In poche parole, cerchiamo di mettere a disposizione le nostre competenze”.
Perché il mondo dei rifiuti sembra interessare così tanto gli interessi criminali? “Non dimentichiamoci che gli incendi non sono tutti uguali. Ilda Boccassini (magistrato, fino a gennaio alla guida della Direzione distrettuale antimafia di Milano, ndr) ha dichiarato che non sono mai stati intercettati interessi mafiosi nel mondo dei rifiuti. Teniamo presente, però, che incendi come quelli di Bruzzano sono frequenti. Le ipotesi sono diverse: ad appiccare il fuoco potrebbero anche essere i rappresentanti delle aziende stesse che hanno intesse a bonificare il terreno o a smaltire i rifiuti. Oppure ci potrebbero essere realmente interessi di famiglie mafiose interessate a subentrare nell’attività. Il rischio c’è: il deposito di Arese ha subito cinque incendi. La Commissione Antimafia fa quel che può, ma non basta: servono indagini ad ampio raggio che coinvolgano, in maniera coordinata, le Direzioni distrettuali antimafia di Milano e Brescia”.
Le istituzioni e cittadini sono davvero più preparati di qualche anno fa ad affrontare una tematica così importante? “Il salto culturale c’è stato negli ultimi anni, sia a livello comunale che regionale. Non parlerei più di infiltrazioni mafiose, ma di radicamento mafioso in città, e la pubblica amministrazione si può adoperare per favorire attività di sensibilizzazione, informazione e contrasto. Il percorso è iniziato, dobbiamo continuare”.