Claudio Jaccarino. Chi è questo vulcanico artista?

Un tributo a Frida Kahlo nel cuore dell’Isola. Nello stesso giorno in cui s’inaugura la retrospettiva al Mudec di Milano sulla famosa pittrice messicana, anche la nostra zona (e il locale non poteva che essere il Frida di via Pollaiuolo) rende omaggio all’artista d’oltreoceano con la mostra degli allievi del laboratorio di Cromografia tenuto da Claudio Jaccarino. E proprio al locale dell’Isola Claudio e io ci incontriamo per una chiacchierata sulla sua vita: Jaccarino è volto noto della zona, al punto che la sua lunga esperienza nel mondo della pittura e dell’arte, che tutt’oggi porta avanti con passione e dedizione nel suo studio di via Borsieri 12, gli è valsa lo Zonino d’oro lo scorso 2015. Uomo pacato ma creativo, dai principi saldi e dalle idee vulcaniche, il suo percorso di vita l’ha visto protagonista di tante iniziative sociali e artistiche, in Italia e non solo. Non è un caso che, dopo essersi trasferito a Milano da La Spezia negli anni Settanta, inizi la sua esperienza teatrale con la compagnia di teatro Comuna Baires e con Renzo Casali. Sarà con quest’ultimo che, nel 1983, decide di spostarsi in Argentina partecipando alla fondazione di Willaldea, il villaggio del teatro. Qui, nella Pampa, a sette chilometri da Cauelas, il villaggio fondato dagli italiani diventa un luogo d’incontro di artisti, poeti, scrittori, cantastorie e teatranti, “una Ong senza riconoscimenti pubblici” come l’ha lui stessa definita. Le sue scelte di vita, sempre nel segno della creatività e dell’impegno civile, lo portano a spaziare dal linguaggio del teatro a quello del giornalismo, dall’attivismo alla cultura giungendo negli anni No-vanta fino alla pittura. Un mezzo di comunicazione inedito per Clau-dio, che tuttavia inizia a imparare e, da 20 anni a questa parte, anche a insegnare agli allievi del suo laboratorio di Cromografia. Que-sta passione lo porta a realizzare importanti progetti pittorici, siano essi “fissi” (come un recente progetto a base di acquarelli in Cina) o “mobili” (come una serie di viaggi che ha fatto con il camminatore Riccardo Carnovalini, sfociati in una serie di appunti e acquarelli sulle pagine delle guide rosse del Touring). Eterno sperimentatore, ci siamo lasciati con questo insegnamento: “Puoi rendere oggetto di desiderio quello che vivi anziché sognare quello che non hai. Non voglio vivere nella continua speranza che un giorno esporrò alla Biennale di Venezia: io sono contento di esporre al Frida!”.