Un museo di arte di strada in uno smartphone. Un po’ come nella magica lampada di Aladino

Immaginate un murales in quattro dimensioni che, tramite il semplice uso di uno smartphone, si anima con suoni, movimenti e colori nuovi. No, non stiamo dando i numeri: si tratta, piuttosto, di Maua, museo di arte urbana aumentata, il progetto nato a partire da “Milano Città Aumentata”, uno tra i 14 vincitori del “Bando alle Periferie” promosso dal Comune di Milano per ripensare e valorizzare i quartieri. E così, grazie al lavoro di Bepart, Base Milano, Avanzi-Sostenibilità per Azioni, Terre di Mezzo, scuola Cfp Bauer, Push. e la Fondazione Arrigo e Pia Pini, Milano ha oggi 5 nuovi itinerari a cielo aperto dotati di un grande numero di opere di street art animate in realtà aumentata: 50, per la precisione, mappate e animate da altrettanti esperti della tecnologia per dare alla città la possibilità di fruire in totale autonomia dei migliori murales. Tra i municipi interessati non poteva mancare il nostro, dove si concentrano molte opere di street art, 10 delle quali sono finite nella “raccolta” di Maua: si parte da viale Jenner, con l’opera di Pao per l’azienda Twt e i due murales di Sonda, l’una contro l’Aids e l’altra sul verde urbano. Si prosegue a Dergano con Zolta e si approda così a Niguarda, con Niguarda antifascista, realizzata dai Volks Writez con Anpi (foto 1), e l’opera di Seacreative. L’itinerario si chiude in Bicocca, con il murales degli Osgemeos sul retro di Hangar (foto 2), l’opera di Borondo e Tresoldi tra i palazzoni dell’università e quella finale di Krio. Partecipare a Maua è facile: si parte scegliendo il proprio percorso sul sito https://www.streetartfactory.eu/maua/. Poi, arrivati sul posto, l’esperienza prosegue in forma digitale: dopo avere scaricato gratuitamente l’app Bepart, ogni opera, inquadrata con l’app dello smartphone, ne genera una nuova e si trasforma in un lavoro di digital art, appositamente creato per il museo grazie a tecnologie di realtà aumentata.