Hangar: “la macchina dei sogni” dorme
Installazioni, video, collage, sculture, fotomontaggi e performance sono i mezzi espressivi che Eva Kot’átková, nata a Praga nel 1982, usa per realizzare le sue opere che invadono lo spazio di Hangar Bicocca con l’affascinante personale “The Dream Machine is Asleep” (La macchina dei sogni è addormentata). È un’ambientazione complessa quella che ci accoglie a cui si accede attraverso un tunnel, un “esofago” buio per giungere alla parte centrale che l’artista vede come un apparato digestivo, allegoria del mondo che alterna momenti di tranquillità a momenti di aggressività. Il corpo umano è visto come macchina che necessita di revisioni, di momenti di riposo ed è il sonno che ci trasporta in un mondo onirico in cui il mondo esterno e quello interno si mettono in relazione creando mondi paralleli, intimi o disorientanti. È mediante i sogni che il corpo può liberarsi di stati d’ansia, disagi e difficoltà provocati da una vita stressante o monotona, ma gli adulti spesso hanno difficoltà a sognare e possono essere stimolati dalle storie create dall’immaginazione dei più piccoli. Salendo su un gigantesco letto i visitatori possono sdraiarsi ed ascoltare storie e sogni ripresi dall’archivio di visioni fornite dai bambini. Lungo il percorso della visita si incontra una serie di 7 enormi teste metalliche, maschere che suggeriscono diversi stati emotivi legati a fattori psicologici o fisici come insonnia, ansia, allucinazioni, superlavoro, gabbie che a volte possono proteggere la dimensione intima di un individuo, altre volte ne condizionano l’esistenza. È una riflessione che l’artista fa sulla società contemporanea che con le sue convenzioni, le regole istituzionali, i sistemi educativi influisce profondamente sul comportamento del singolo. Lo stesso messaggio lo ritroviamo nei libri “Diaries 2018”, installazioni alte 2 metri che raccolgono collage, oggetti di stoffa, metallo, vetro, carta, legno, fotomontaggi e che affrontano il rapporto tra l’individuo e il mondo esterno. Nelle sue opere l’artista utilizza spesso la narrazione scritta e orale e contemporaneamente riflette su come questa possa essere un potente strumento istituzionale e politico per modellare e orientare il pensiero. Nello spazio visionario incontriamo altre curiose installazioni come quella in cui un improbabile parrucchiere ci propone un taglio di capelli in cambio dell’ascolto di storie scritte dalla stessa artista, un teatro di marionette o di oggetti parlanti, attraverso i quali Eva Kot’átková ribadisce l’idea di quanto l’uomo sia condizionato e impossibilitato a esprimersi liberamente. Un viaggio surreale nella società contemporanea questa mostra, un labirinto da cui possiamo uscire solo con l’immaginazione riappropriandoci della nostra infanzia.
The Dream Machine is Asleep – Hangar Bicocca, via Chiese 2 – fino al 22 luglio – da giovedì a domenica ore 10-22 ingresso gratuito – Tel. 02 66111573 – hangarbicocca.org