Il Komboskini delle monache (rosario in greco)

AMilano, in via Felice Bellotti 10, è situato il monastero, fondato nell’ottobre del 1892 dalle monache benedettine dell’Adorazione Perpetua del Santissimo Sacramento, note per i vari corsi e laboratori dedicati a ragazze e ragazzi. Oltre ai ritiri in monastero, tengono corsi di canto gregoriano ed ebraico biblico, una scuola di cultura monastica e un laboratorio di iconografia (canoni scuola russa del XIV-XVI secolo). Inoltre, danno informazioni sui “Komboskini”, rosari piuttosto belli, di vari colori (come da foto), fatti di lana e dalle diverse lunghezze, da 33 nodi (rosario palestinese), 50, 100, 300 nodi e… perfino da 600 nodi. Per farne uno da 33 nodi ci vuole una giornata intera. Il filo viene avvolto attorno alle dita della mano sinistra che vengono usate come se fossero un telaio. La tessitura, per così dire, di un komboskini è una vera attività di preghiera con un rituale religioso molto sentito da chi lo fa. La lana rammenta la nostra appartenenza al gregge di Cristo, buon pastore. In fondo, la corda (o rosario), viene chiusa da una piccola croce. È una corda di preghiera usata nella chiesa ortodossa, simile al rosario cattolico ma è fatta esclusivamente di lana, per una forma di preghiera silenziosa. I primi monaci cristiani nell’Egitto del IV secolo, avevano i più antichi komboskini fatti da 100 o 300 nodi. Oggi si tengono al polso quelli da 33 nodi (i più corti). “Se qualcuno, in Monastero, conosce un’arte, la eserciti con umiltà”.
Info: monasterosanbenedettomi@gmail.com.