Il personaggio del mese: Francesco, ovvero “quando l’arte è vita

Care amiche, cari amici, sono anni che volevo presentarvi Francesco. Le sue capacità, l’umiltà, l’amore per l’arte, la nostra amicizia che va oltre 30 anni. Poi, solo un mese fa, in una nostra telefonata percepisco la sua tristezza, sentio di dover fare qualcosa per lui e gli dico: “Francesco vorrei intervistarti”. Ed eccomi qua a casa sua dove tutto parla di arte.
Quale è il motivo per cui ti sei dedicato alla pittura?
“Guardando bene se ho fatto molta più pittura che scultura, il motivo è evidente, la pittura è per me una scorciatoia, la via più rapida e breve per giungere ad un prodotto artistico, una scorciatoia che mi permette di evitare di passare attraverso le difficoltà che si incontrano nel fare il mestiere dello scultore, difficoltà che riguardano proprio la costruzione materiale di un oggetto tridimensionale. Se fai un errore mentre disegni o dipingi puoi riparare azzerando tutto e ripartendo da capo. Con la scultura non è così, se fai un errore, azzerare e partire da capo dopo che hai impostato il lavoro, significa rifare tutto da principio, pezzo per pezzo, buttando via tempo, materiali, lavori e forze”.
Mi confidi di sentirti come un acrobata. Cosa intendi?
“L’artista è simile a un acrobata, si muove su un filo lungo il confine che separa l’immaginazione dalla realtà, per varcare la soglia che separa i due mondi (mondo reale e mondo dell’immaginazione). Come un acrobata l’artista sfida le leggi del mondo fisico, la tensione verso ciò che ci appartiene, eppure ciò che per noi è sconosciuto (il mondo interiore) viene equilibrato dalla tensione verso il mondo reale”.
Che cos’è l’arte per te?
“L’arte è una forma d’espressione come la musica e il linguaggio scritto e parlato, attraverso questo mezzo riusciamo a veicolare il nostro messaggio. Molte sono le analogie tra il linguaggio verbale ed il linguaggio artistico, come la nostra lingua è fatta da vocaboli che vengono coordinati fra loro per formare un discorso di senso compiuto, così la forma artistica si esprime attraverso i suoi elementi che sono: i colori per la pittura, i volumi per la scultura e così di seguito. In entrambi i casi, le diverse forme d’arte e il linguaggio verbale si servono dei propri elementi per trasmettere il loro messaggio. L’arte è un linguaggio a sé: che sia pittura, scultura o altro, possiede una propria autonomia e ci parla attraverso la propria lingua. Il linguaggio che usa l’arte è un linguaggio fantasioso e ricco, fatto di simbologie e di metafore”.
Cosa intendi per creatività?
“Il pensiero creativo è un pensiero alternativo, esso dà origine a soluzioni estetiche che sono spesso antitetiche e alternative al nostro comune modo di pensare, un pensiero che prende corpo attraverso l’immaginazione e la fantasia non può che rappresentare, essere la migliore alternativa al comune modo di pensare. La creatività consiste in un’abilità combinatoria, è la capacità e l’abilità di disporre gli elementi in modo fantasioso ed originale (in qualche caso anche ironico e scherzoso) cercando soluzioni sempre nuove ed alternative”.
Francesco, quando nasce la passione per l’arte?
“Mi verrebbe spontaneo rispondere che nasce durante l’infanzia. È chiaro che nessuno nasce artista, questa passione si è sviluppata in me parallelamente allo studio scolastico sino al periodo che mi vide impegnato a seguire i corsi all’Accademia. Mi piace dipingere e realizzare sculture. È una passione, quella per la scultura, che ho da molto tempo nel cuore anche se poi, per uno schiaffo che mi ha dato questa vita (che ha toccato la mia salute) sono stato per molto tempo inattivo. Ora, però, che questo momento è passato, mi dedico di frequente a ciò che mi piace e, quando sono nelle migliori condizioni, realizzo sculture”.
Quali emozioni si provano?
“Non me lo sono mai chiesto, per me fare arte è come respirare l’ossigeno di alta montagna, mi consente di staccarmi, prendere distanza dai problemi quotidiani. Lavorare a un quadro o a una scultura mi consente di liberarmi da ciò che, magari, mi affligge in quel momento. La libertà che provo mentre scrivo, dipingo o modello, è uno dei sentimenti più grandi che si possono sperimentare. L’arte, a me, rende libero e felice!”. Faccio alcune fotografie dei suoi lavori, mi congratulo con Francesco anche perché è un bravo scrittore e tengo con cura un suo libro. Vorrei sottolineare che Francesco è un Grande!
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Ci ha lasciato Mario Emari
Mario Emari, persona di estrema gentilezza, lo avevamo presentato ai nostri lettori lo scorso luglio. E lo abbiamo ricordato anche nel numero di gennaio 2018 in occasione della presentazione del suo libro “La strage di Gorla”. Sento ancora le sue parole nella nostra ultima telefonata durante la quale mi ringraziava per l’articolo e mi invitava a passare da lui per un’intervista il cui titolo avrebbe potuto essere “Parole e pensieri di un terminale”. Non ho fatto in tempo ma conoscendo Mario, la sua dignità, l’amore per la vita, per la famiglia, sono certa che nel momento del dolore ha rivolto ogni giorno il suo sguardo alla croce che l’ha seguito per tutta la vita e che è stata da sempre sulla parete della sua stanza. Ciao Mario.