Al Palabicocca, in un torneo di calcio, la squadra degli Hip-Hop raccoglie fondi per i disabili della Onlus “Più Unici che Rari”

Un pomeriggio all’insegna della solidarietà quello di lunedì 5 marzo presso il Palabicocca, dove si è svolto il Cus Bicocca Challenge. Un torneo di calcio a 5 in cui la Squadra Nazionale Italiana Hip-Hop ha sfidato le prime 4 squadre della Cus Bicocca League per raccogliere fondi da donare all’Associazione Italiana Sindrome di Alexander “Più Unici che Rari Onlus”. L’associazione si occupa di promuovere la ricerca per la cura alla sindrome di Alexander, una patologia genetica neurodegenerativa che colpisce la mielina, la materia bianca del cervello. Le due forme principali della malattia sono quella infantile (Tipo 1) che si manifesta fin dai primi mesi della nascita e la forma Tipo 2, che si differenzia dalla prima in quanto viene diagnosticata in età adulta. I sintomi sono molteplici: crisi epilettiche, ritardi cognitivi e motori, macroencefalia, fino ad avere una paralisi spastica, problemi respiratori e addirittura portare al decesso. La malattia è progressiva, ma nessuno sa dire con certezza se progredirà e in quanto tempo. Per questo è necessario fare ricerca. L’associazione si è messa in contatto con la Squadra Nazionale Italiana Hip-hop per raccogliere fondi. Quest’ultima si è creata un anno fa quando parte del mondo musicale italiano di Hip- Hop all’interno della Nazionale Italiana Cantanti ha deciso di unirsi in una squadra indipendente. Sono in 18 a farne parte. Vengono da tutta Italia e non sono solo cantanti rap come Shade e CaneSecco, o come il capitano Emiliano Pepe, produttore musicale. Ci sono anche Roberto Marchesi, giornalista di Fox Sport, RiseBeatBox, Roofio, produttore dei TwoFingerz e tanti altri. Michele Michelazzo è il presidente della squadra e la sua idea è quella di unire le forze, il divertimento e l’amicizia che c’è tra gli artisti per fare del bene a chi ne ha bisogno. Per loro non è necessario spostarsi troppo lontano per dare una mano, così accolgono le richieste di associazioni e centri nel nostro territorio. Da qui nasce il loro motto “Poco per tanti”: non raccolgono grosÈun’idea alla portata di tutte le persone con disabilità fisiche quella che hanno avuto i cosidetti “terapisti occupazionali” dell’Unità Spinale Unipolare dell’ospedale Niguarda, il cui compito consiste nel trattare i pazienti allo scopo di riabilitarli. In particolare, ogni giorno essi lavorano con persone ricoverate a causa di una lesione midollare che li costringe a utilizzare una sedia a rotelle per muoversi autonomamente. Il loro ruolo è quello di accompagnarli nel percorso di self-care, ovvero la cura di sé, insegnando loro tecniche utili per la vita quotidiana in carrozzina. Ad esempio quella per spostarsi dalla sedia al letto, vestirsi, superare gradini di marciapiedi e tante altre attività che, ovviamente, una persona prima della paralisi non ha mai dovuto affrontare. Ma non è tutto. Per chi ha disabilità importanti come la tetraplegia il lavoro si complica, e il bisogno di ausili diventa indispensabile.
È stato così deciso di far nascere l’“Occupational Therapy Lab”, un laboratorio dedicato alla creazione di ausili su misura, in plastica o semiplastica indispensabili per poter svolgere alcuni movimenti. Grazie a donazioni fatte da parte di ex pazienti, che hanno potuto personalmente considerare la forte dedizione al lavoro dei terapisti occupazionali, è stato possibile aquistare uno scanner e una stampante 3D. I macchinari sono stati consigliati da OpendotLab, uno studio di progettazione multidisciplinare che ha messo anche in grado i terapisti occupazionali di adattare gli ausili alle necessità dei pazienti. Ad esempio migliorare l’impugnatura di un coltello, o aiutare un ragazzino a utilizzare il joystick della PlayStation, che, altrimenti non riuscirebbe a usare. Si può usufruire di questo servizio gratuitamente: basta richiedere l’impegnativa per una visita con il medico fisiatra che confermerà o meno l’esigenza dell’ausilio. Dietro questo piccolo laboratorio c’è una grande organizzazione ottenuta anche dalla collaborazione di ingegneri e designer di Hackability, anch’esso uno studio di progettazione ausili. Questo progetto è la conferma di quanto la tecnologia, ma soprattutto l’unione di più forze possa aiutare a migliorare lo stile di vita di persone con handicap se cifre ma quel che riescono lo donano ai molti che li chiamano. Tutti i martedì si allenano presso il centro sportivo Masseroni e grazie all’idea” Gioca con Noi” danno la possibilità ad altre squadre di sfidarli e di donare per portare avanti le cause benefiche del quale si occupano. Lunedì a ringraziare la Nazionale Italiana Hip-Hop e le quattro squadre del Cus Bicocca da parte di Più Unici che Rari Onlus c’erano i genitori di Filippo, Nicolò e Davide. Due bambini e un ragazzo affetti dalla sindrome di Alexander. Di loro tre era presente all’evento solo Filippo. Un bambino di 10 anni. Cammina, corre, ma a volte inciampa. Parla, ma se è la prima volta che lo incontri fai fatica a comprenderlo perché si distrae facilmente e non termina la frase che aveva iniziato, così ci pensa sua mamma Stefania a spiegare ciò che intendeva. Filippo lunedì aveva il telefono della madre in mano come tutti i presenti, che li usavano per fare foto e video alle squadre. Lui sembrava fare lo stesso. Invece non premeva il tasto per registrare. Poi si è seduto vicino ad altri bambini che continuavano a fare il tifo peri Shade ma, quando il cantante e doppiatore torinese gli è passato accanto, lui neanche se ne è accorto. Filippo probabilmente, come tanti altri bambini con questa rara malattia, non fa caso a molte cose, ma la società non può non fare caso a loro e alle loro famiglie. Il mondo Hiphop è conosciuto per essere nato nelle periferie di grandi città e di aver parlato di problemi sociali di cui nessun altro parlava. E con questa squadra l’hip-hop torna ad occuparsi di chi è considerato diverso.
Per sostenere la squadra nelle sfide benefiche e fare le vostre donazioni potete andare su: www.nazionalehiphop.it. Per sapere di più sull’associazione Italiana Sindrome di Alexander: piuunicicherarionlus.it. Nella prima foto la Nazionale Hip Hop con i soci di Di più unici che rari onlus. Nella seconda il capitano della squadra Emiliano Pepe con Filippo e altri bambini.