Imperdibile ad Art Action: la realtà diversa delle opere di Petros Papavassiliou

Fino al 26 aprile gli amanti della pittura avranno la possibilità di avvicinare uno dei più grandi artisti contemporanei, Petros Papavassiliou, greco di nascita, milanese d’adozione. L’occasione ci viene offerta da Gero Urso, presidente della galleria Art Action di Bresso, e da Paolo Donati, proprietario de “La Stamperia” di via Taormina, amico di lunga data dell’artista di cui possiede significative opere che vedremo in mostra. “Ho conosciuto Petros circa 30 anni fa – ci racconta Paolo -. Abitava e aveva lo studio alla Maggiolina e veniva nella mia stamperia per realizzare depliant, brochure e cataloghi. Era una bella persona, cordiale e comunicativa, e così pian piano tra noi è nata una lunga e profonda amicizia”. Nato ad Atene nel 1928 Petros studia pittura e incisione, poi all’inizio degli anni ‘60 viene a specializzarsi in Italia, a Perugia e a Urbino per trasferirsi a breve a Milano dove si sposa e ha due figli. Milano diventerà la sua seconda patria anche se manterrà sempre stretti legami con la Grecia e la sua immensa cultura classica, humus da cui Petros trarrà spunti e temi per una longeva e ricchissima produzione artistica conclusasi solo con la sua scomparsa avvenuta a Milano nel 2014. Oli, litografie, disegni e calcografie, una produzione varia e ricchissima quella di Petros, pittore e incisore di fama internazionale. Grazie all’amicizia con Alexander Jolas, il più importante mercante d’arte dell’epoca, nella sua stamperia d’arte “Grafic Olimpia”, aperta con la moglie negli anni ‘60 a Milano, arriveranno illustri pittori come de Chirico, Magritte, Man Ray, Andy Warhol, Dalì e Max Ernst di cui Petros curerà le edizioni dei cataloghi. Sempre grazie a Jolas conoscerà e collaborerà con grandi poeti tra cui Odisseus Elytis, il maggior rappresentante del sur- Il 18 marzo di quarant’anni fa furono assassinati Fausto Tinelli e Lorenzo, detto Jaio, Iannucci. Due ragazzi di diciotto anni che vivevano nella zona di Lambrate Casoretto e, come tanti, frequentavano il Centro sociale Leoncavallo ed erano impegnati socialmente nel quartiere. Della vicenda e di come non si sia mai arrivati ad un processo ne abbiamo già parlato in un precedente numero di “Zona Nove” (marzo 2016). In occasione del quarantennale è uscito un nuovo importante libro – “L’assassinio di Fausto e Iaio. Quel maledetto 18 marzo 1978, ore 19.57” – presentato al Cento Servizi Ghiglione (via Val di Ledro 23) il 7 aprile in un incontro organizzato dall’Anpi sezione Martiri Niguardesi. Gli autori sono Saverio Ferrari e Luigi Mariani. Ferrari dirige L’Osservatorio democratico sulle nuove destre; Mariani, avvocato, è stato difensore di parte civile dei familiari di Fausto e Jaio. Oltre a loro erano presenti, Angelo Longhi, presidente della locale Anpi, Renato Sarti, direttore del Teatro della Cooperativa, Danilo De Biasio, già direttore di Radio Popolare, e Antonella D’Ambrosio, del direttivo dell’Associazione Familiari e Amici di Fausto e Jaio. Il libro, rispetto ad altri pur importanti volumi pubblicati in questi quaranta anni, analizza quel tragico avvenimento sulla base, soprattutto, degli atti giudiziari, con una attenzione particolare alle dinamiche dei gruppi armati neofascisti degli anni Settanta. Si tratta di un’indagine durata ventidue anni, passata tra le mani di otto magistrati e conclusasi con un’archiviazione nel 2000. In realtà il contesto in cui maturò il delitto, a soli due giorni dal rapimento di Aldo Moro, è noto e i nomi dei probabili esecutori sono stati più volte fatti da esponenti di primo piano dell’estrema destra, divenuti collaboratori di giustizia e sentiti più volte dagli inquirenti. Gli autori arrivano quindi alla conclusione che si è trattato di un delitto politico e non nascondono la speranza di arrivare all’accertamento della verità, consapevoli che Milano non abbandonerà mai Fausto e Jaio. Questo libro si inserisce tra le tante altre iniziative organizzate da gennaio a marzo per ricordare i due ragazzi. “Sono stati mesi molto impegnativi – dice Antonella D’Ambrosio (iscritta all’Anpi Martiri Niguardesi) che nel 1978 era compagna di classe di Fausto Tinelli al Liceo -. Soprattutto per noi dell’Associazione Familiari e Amici di Fausto e Jaio. Oltre alla ben riuscita giornata del 18 marzo, svoltasi a causa del maltempo all’auditorium di via Valvassori Peroni, cui hanno partecipato numerosi artisti, vorrei ricordare lo spettacolo teatrale Viva l’Italia, rimasto in cartellone al Teatro Elfo Puccini per circa un mese e dove è stata esposta la mostra realizzata da noi studenti nel 1978 (ospitata nel 2016 anche dal Teatro della Cooperativa, ndr). La stessa mostra è stata anche, per una settimana, al Centro Pertini di Cinisello Balsamo. E poi, sempre molto importanti, alcune giornate con gli studenti di scuole superiori di Milano.” realismo in Grecia e premio Nobel per la letteratura nel 1979. Surrealismo, metafisica, spazialismo formeranno il substrato a cui attingerà l’artista rivisitandone in modo del tutto originale i contenuti. Quella di Petros è una pittura visionaria, una percezione della realtà trasfigurata e spiazzante per le figure improbabili, i grovigli vorticosi di forme e di colori esplosivi che raccontano l’energia vitale nelle sue continue trasformazioni, l’energia che domina non solo ogni essere vivente, ma anche lo spazio e le sue metamorfosi. “In questo spazio – come scrive il critico Carlo Franza – tutto gira e si muove, va, torna, si tramuta, sale e scende”. La tavolozza fantasmagorica costituita per lo più da colori vividi e smaglianti, rosso acceso, giallo, fucsia e arancio, si alterna spesso a toni più cupi e minacciosi, verde, blu e nero, proiezione simbolica delle angosce e delle paure legate all’esistenza. In mostra sono esposti circa 30 lavori di Petros risalenti a periodi e moduli diversi del suo lungo percorso artistico che si sviluppa in cicli. Così del ciclo “Le città”, dedicato a luoghi da lui particolarmente amati, possiamo ammirare le tele dedicate a Mykonos, isola dove trascorreva le vacanze estive nella casa dei nonni, Psaras piccola isola incontaminata dell’Egeo sconosciuta ai più, e Ossuccio, uno splendido rifugio sul lago di Como. Al ciclo “I Presocratici” in cui Petros si rivolge al mito e al pensiero dei filosofi classici greci nella ricerca delle risposte ai grandi temi dell’esistenza appartengono “Ta panta rei”, “La musa di Lamia” e “Civiltà cicladica”. Uno dei punti fissi del variegato itinerario artistico di Petros resta infatti la sua patria d’origine e la filosofia classica, fiaccola luminosa per tutte le civiltà. Tra le opere in mostra la piccola e deliziosa tela “Museo immaginario“, dedicata al poeta Odisseus Elytis e alla patria comune, e tre litografie, omaggio al compatriota e amico Giorgio De Chirico, opere realizzate usando le forme e i colori del grande maestro ma rielaborate con originalità. Una mostra veramente notevole che appaga gli occhi e stuzzica la curiosità perché in tutti i lavori dalla struttura complessa, affascinante e misteriosa, ognuno di noi può ogni volta con stupore scoprire forme che diventano altro nella loro costante impercettibile trasformazione, figure e immagini nuove, nuove chiavi di lettura. L’opera d’arte in questo grande maestro non è mai statica; è energia vitale in continuo mutamento.
Galleria Art Action – Via Dante 15/A Bresso – tel. 348.0345251 oppure 348.4923125.