InterWall: appena realizzato in via Borsieri e subito imbrattato dai vandali

Murale di Dalla Chiesa: ignobili scritte da parte di brigatisti vigliacchi

InterWall, un bel murale alto 18 metri e largo 10, appena realizzato sulla facciata di un palazzo di via Borsieri 5 per celebrare il centodecimo compleanno della squadra nerazzurra e dei suoi campioni, è stato pesantemente imbratttato da incivili come si può vedere dalla foto scattata nella stessa notte dell’atto vandalico da Anita Pirovano, consigliera comunale di Sinistra per Milano, che a mezzanotte, passando in via Borsieri, ha fotografato l’opera rovinata pubblicando su Facebook un post con questo messaggio: “Mi sa che non ce le meritavamo le Olimpiadi invernali”. Come non essere d’accordo con l’assessore allo Sport Roberta Guaineri che ha commentato: “È normale che in una città come la nostra, che ospita due grandi squadre che hanno fatto la storia del calcio, ci sia forte rivalità tra le tifoserie. Ma il tifo è un’altra cosa”. Ma c’è di molto peggio sul fronte dei murales: a deturparli non ci sono solo degli stupidi vandali, ma anche dei delinquenti vigliacchi che hanno scritto “assassino e torturatore” sul murale dedicato all’Ortica al generale Dalla Chiesa, martire della lotta contro le brigate rosse e la mafia. Subito si è manifestato lo sdegno generale. Roberto Cenati, presidente provinciale dell’Anpi, ha parlato di “ferma condanna ed esecrazione per l’ignobile scritta” e ha spiegato che “le provocatorie e inaccettabili frasi comparse sul murale fanno riferimento all’irruzione compiuta dagli uomini del generale Dalla Chiesa il 28 marzo del 1980 in un covo delle Brigate Rosse. Con questa tempestiva azione l’Arma dei Carabinieri neutralizzò un’importante base dei brigatisti in via Fracchia a Genova. Il ruolo del generale Dalla Chiesa fu determinante e decisivo nello smantellamento e nell’azione condotta contro le Br”. Da parte sua il sindaco Sala ha parlato di “un gesto vigliacco, un atto grave che condanniamo perchè non si tratta di semplici murales, ma di testimonianze pubbliche della nostra memoria: sono tracce del passato, anzi orme da seguire, per costruire una città migliore”. “Gesti ignobili come questo – è stato infine il commento dell’associazione Libera – rendono ancora più forte il nostro impegno quotidiano in difesa della memoria delle vittime di ogni criminalità. Tutta la nostra profonda solidarietà alla famiglia Dalla Chiesa e al nostro presidente onorario Nando Dalla Chiesa”.