L’Inail indennizza lo stress lavorativo da organizzazione del lavoro

Durante lo svolgimento dell’attività lavorativa possono verificarsi eventi dannosi quali l’infortunio, che può causare problemi temporanei o permanenti, fino alla morte del lavoratore; possono altresì insorgere malattie professionali (dette anche “tecnopatie”). Con quest’ultimo termine ci si riferisce a quelle patologie in tutto o in parte causate dall’attività lavorativa e, in particolare, dalla presenza di agenti nocivi da varia natura. La malattia professionale non è immediatamente percepibile, ma si manifesta nel corso del tempo con la comparsa di sintomatologie più o meno evidenti, differenziandosi dall’infortunio perché quest’ultimo origina da una causa necessariamente violenta (vedasi, ad esempio, una caduta o un ferimento). A partire dal 1965, anno di emanazione della disciplina relativa al funzionamento dell’Inail, è stato previsto un sistema assicurativo che tutela il lavoratore che contrae una malattia professionale. L’assistenza per la malattia professionale è oggi riconosciuta sia nel settore industriale, sia in quello agricolo e si caratterizza per il così detto “sistema a lista chiusa”, ossia l’esistenza di una classificazione tabellare che indica in modo tassativo le varie forme patologiche riconoscibili. Rientrano infatti nella copertura Inail, le malattie professionali comprese nelle tabelle ministeriali continuamente aggiornate. Queste tabelle indicano categorie di malattie che, quando insorgono, si presumono connesse all’attività lavorativa; per tale ragione sono quindi ricomprese nella copertura assicurativa (così detto malattie professionali tabellate). Il lavoratore può altresì contrarre altre tipologie di malattia che, pur non essendo indicate nelle tabelle, sono comunque sempre causate da fattori di rischio presenti nel luogo in cui veniva prestata l’attività lavorativa: in tal caso, il lavoratore dovrà dimostrare che la malattia trova la sua causa da elementi presenti nell’ambiente in cui ha lavorato. In tema di malattie professionali non tabellate – in particolare gravi disturbi di ansia e depressione derivati dall’eccessivo stress lavorativo – è recentemente intervenuta la Corte di Cassazione, con un’importante decisione a favore del lavoratore. Nel caso esaminato, una lavoratrice si era vista negare la rendita per inabilità permanente perché, nonostante l’accertata esistenza del disturbo psichico in capo alla medesima, tale patologia non rientra tra le malattie tabellate. Con sentenza dello scorso marzo la Cassazione, nell’accogliere il ricorso della dipendente e condannare l’Inail al pagamento della rendita permanente, ha affermato che devono essere indennizzate tutte le malattie di natura fisica o psichica la cui origine sia riconducibile al rischio del lavoro, indipendentemente dalla circostanza che riguardi la lavorazione o l’organizzazione del lavoro e le modalità della sua esplicazione. Infine, la Cassazione ha precisato che ogni forma di malattia professionale, conseguenza dell’attività lavorativa, risulta assicurata all’Inail, anche se non è compresa tra le malattie tabellate; in tale caso, il lavoratore dovrà dimostrare soltanto l’esistenza del nesso di causa tra la lavorazione patogena e la malattia diagnosticata. Lo Studio ha già approfondito le questioni concernenti l’accertamento dei requisiti di sussistenza della malattia professionale, al fine di ottenere la relativa indennità, nonché i possibili risvolti che ne possono scaturire ed è pronto ad assistervi nelle varie fasi necessarie per ottenere quanto dovuto, anche con l’ausilio di periti, tra cui medici legali e medici del lavoro, già consulenti presso i Tribunali lombardi.

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