Amianto: un corteo per chiedere giustizia per le 100 mila vittime all’anno

In tutto il mondo il 28 aprile si è celebrata la giornata mondiale contro l’amianto. Una fibra killer che continua a uccidere nel mondo oltre 100 mila persone ogni anno. Secondo l’allarme lanciato dall’Organizzazione Mon-diale della Sanità ogni anno, in Europa, perdono la vita per patologie asbesto-correlate circa 15 mila persone (4 mila in Italia) e una persona su tre è a rischio. L’amianto non è un problema del passato ma del presente e del futuro. A 26 anni dalla sua messa al bando in Italia ci sono ancora 32 milioni di tonnellate d’amianto e le bonifiche sono ancora da fare. Per denunciare questo pericolo, rivendicando misure concrete per la tutela della salute degli esseri umani e per la messa in sicurezza del territorio, da anni molte associazioni e Comitati delle vittime dell’amianto hanno intrapreso lotte sul territorio, contenziosi giudiziari e campagne informative, perché la conoscenza è la prima forma di difesa. Sabato 28 aprile, come ogni anno, il corteo organizzato dal Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio, ha sfilato per le vie della città, accompagnato dalla Banda degli Ottoni a Scoppio. A ricordare tutti i morti sul lavoro e i decessi causati da malattie professionali, insieme con alcuni familiari delle vittime, molti lavoratori delle ex fabbriche Breda, Pirelli, Marelli, Falck e cittadini (anche diversi abitanti del IX municipio di Milano) che hanno sfilato per le vie fino alla lapide che li ricorda, posta dai lavoratori della Breda nel 1997 sui terreni dove una volta c’era la fabbrica. Lì hanno preso la parola diversi oratori: il presidente del Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio; familiari dei lavoratori deceduti per l’amianto alla Scala di Milano; familiari dei lavoratori deceduti della ex Breda; l’ “Associazione 29 Giugno” e l’“Associazione Il Mondo che vorrei” e familiari delle vittime della strage ferroviaria di Viareggio; lavoratori del Comune di Milano; Associazione Italiana Esposti Amianto e Comitato Vittime Eureco di Paderno Dugnano; Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi del Lavoro; l’assessore all’Ambiente del Comune di Sesto Alessandra Magro; il regista e attore Renato Sarti. Presente anche l’ex segretario della Cgil Antonio Pizzinato. Nei vari interventi è stato ricordato che “dall’inizio dell’anno ci sono già stati 200 morti sul lavoro, e dal 1993 al 2012 in Italia – solo per mesotelioma, tumore causato dall’amianto – i morti censiti sono stati 21.463, deceduti nell’indifferenza generale”. E ancora che “andare al lavoro è peggio che in guerra!”, che “ l’amianto è un crimine di pace, di cui sono responsabili padroni, governi, istituzioni e sindacati che, pur sapendo da decenni della pericolosità dell’amianto, nulla hanno fatto per impedire queste morti annunciate”. Gli organizzatori hanno poi affermato: “Per noi il 28 aprile non è una semplice ricorrenza, ma una giornata di lotta per ricordare i nostri compagni morti e rivendicare la messa al bando totale dell’amianto – prevista dalla legge 257 del 1992 e mai attuata – per evitare che la strage continui anche in futuro”. Manifestazioni come queste sono importanti, rompono il silenzio e l’indifferenza, aumentano la consapevolezza della popolazione sui rischi derivanti dalle mancate bonifiche. La lotta per ottenere luoghi di lavoro sicuri e un territorio bonificato dalle sostanze cancerogene, è una battaglia di civiltà e di tutela della salute collettiva.