Alla Gandhi intitolata la palestra a Dodò, vittima della ‘ndrangheta

Il 15 maggio si è svolta la cerimonia di intitolazione della palestra a Domenico Gabriele, per tutti Dodò, il bambino ucciso dalla ‘ndrangheta quando aveva solo 11 anni. Un destino crudele ha voluto che la sua brevissima vita terminasse proprio su un campo di calcio, ucciso mentre giocava a calcetto. Era la sera del 25 giugno del 2009 quando due sicari irruppero sul campetto di calcio dove stava giocando Dodò, alla periferia di Crotone. Obiettivo dell’azione era Gabriele Marrazzo, un emergente della mala locale, che fu ucciso sul colpo. I killer, però, spararono all’impazzata, ferendo nove persone, tra cui il bambino.
Mentre Dodò lottava tra la vita e la morte in un letto d’ospedale, Giovanni e Francesca, i suoi genitori, sono stati sempre al suo capezzale e, dal giorno in cui se ne è andato per sempre, hanno dedicato la loro esistenza alla memoria, alla testimonianza. Per loro ricordare il figlio e combattere la brutalità mafiosa resta la loro unica ragion d’essere. La loro forza sono i ragazzi che incontrano nelle scuole, la loro incredulità rispetto alla sorte assurda di un proprio coetaneo e, quindi, la loro voglia di un futuro migliore. I ragazzi della Scuola Secondaria di I grado Gandhi hanno incontrato i genitori di Dodò sia l’anno scorso che quest’anno. Dichiarano di aver provato tante emozioni: “Ci siamo commossi, arrabbiati, abbiamo gioito e infine provato un senso di pace perché i genitori ci hanno raccontato che affianco alla minoranza di gente crudele, c’è stato un grande lavoro di tanti poliziotti che hanno portato alla scoperta della verità sulla morte di Dodò e di magistrati competenti che hanno formulato una giusta sentenza nei confronti dei colpevoli di questo grave reato. A quel punto la nostra gioia è stata immensa perché Dodò e la sua famiglia hanno ricevuto giustizia. Un altro momento di grande gioia è stato quello in cui i genitori ci hanno comunicato la nascita, proprio nel campo di calcio in cui il 25 giugno del 2009 Dodò è stato colpito, del torneo “Liberi di giocare’. Questo ci ha fatto capire che deve essere sempre più tutelato il diritto, di noi bambini, al gioco. Infatti, come dice il papà di Dodo, sono i criminali a trovarsi sempre nel posto sbagliato, mentre il gioco dei bambini è sempre al posto giusto perché non causa danno a nessuno, anzi ci trasmette quei valori di rispetto, condivisione e libertà che faranno di noi degli adulti onesti”.
Per questo alla Scuola Gandhi è state dedicata la parete che precede la palestra e la palestra stessa a Dodò, perché lui possa essere sempre presente, attraverso il ricordo e i segni visibili. I ragazzi della scuola hanno dipinto su tutta la parete dove è stata apposta la targa dedicata al bambino, riproducendo l’albero della vita di Klimt. La giornata del 15 maggio ha rappresentato per la scuola una tappa del percorso sulla Legalità e la Cittadinanza attiva cui tutti gli alunni dell’Istituto partecipano da qualche anno, in collaborazione con il “Coordinamento Scuole Milanesi per la Legalità e la Cittadinanza”, “Libera, nomi e numeri contro le mafie” e “Civitas Virtus”. Alla cerimonia erano presenti tra gli altri i genitori di Dodò, sig.ra Francesca e sig. Giovanni Gabriele; il Presidente del Consiglio Comunale dott. Lamberto Bertolé; il Sindaco di Municipio dott. Giuseppe Lardieri, il dott. Guido Focacci; per l’Associazione Libera il prof. Giuseppe Teri; per l’Associazione Civitas Virtus la sig.ra Antonietta Gattuso.