Il Teatro della Cooperativa chiude la stagione con spettacoli di amara ironia
Due gli spettacoli con cui il Teatro della Cooperativa conclude questa ricca e intensa stagione dedicata al grande maestro Giorgio Strehler nel ventennale della sua scomparsa, due lavori divertenti, godibilissimi, mai superficiali dove si ride molto e si pensa.
“La molto tragica storia di Piramo e Tisbe che muoiono per amore” e “Io Santo tu Beato”.
Il primo, che potremo vedere dal 3 al 19 maggio, è la scena dei comici del “Sogno di una notte di mezza estate” di Shakespeare che, liberamente amplificata da Renato Sarti, è diventata uno spettacolo intero. “A rappresentare la tragedia di Piramo e Tisbe durante i festeggiamenti per le nozze dei signori – ci spiega Renato – nella mia versione non è più una compagnia amatoriale composta da artigiani come nell’originale del Bardo ma un gruppo sgangherato di 5 ragazze dipendenti di una moderna impresa di pulizie, tre delle quali straniere (una cubana, una russa e una della Costa d’Avorio), e un uomo, il loro datore di lavoro, un nero ivoriano leghista.” Già rappresentata negli anni scorsi al Teatro della Cooperativa la commedia ha riscosso grande successo di pubblico e di critica. “Un piccolo capolavoro di Renato Sarti, uno delle vere glorie del teatro italiano – ha scritto Maria Giulia Minetti su La Stampa -, e Claudio Facchinelli su Sipario: ‘Uno spettacolo intelligente, solo apparentemente leggero e disimpegnato col quale Renato Sarti riesce a farci ridere di cuore senza mai andare sopra le righe o cedere alla volgarità”. Dal 21 al 26 maggio “Io Santo tu Beato”, testo e regia di Renato Sarti con Bebo Storti, Delma Pompeo e lo stesso Sarti. “È uno spettacolo – dichiara Renato – cui tengo molto, uno dei primi del Teatro della Cooperativa, una giullarata, una commedia dell’arte in chiave moderna che ho aggiornata sostituendo necessariamente a papa Pacelli papa Francesco. Io interpreto papa Francesco nella veste di una specie di elegantissimo Pantalone che parla latinorum, Bebo è invece Padre Pio, un dottor Balanzone pugliese, ultras del Foggia. I due si incontrano nell’aldilà, si lanciano accuse reciproche rievocando episodi poco edificanti della storia della Chiesa e infine, alla presenza di Dio in persona che fa da giudice, danno vita a una lotta scatenata senza esclusione di colpi per ottenere l’ultimo posto libero in paradiso. Una commedia molto divertente che non vuole assolutamente offendere chi ha un profondo sentimento della fede, ma solo ricordare il vero messaggio del Vangelo e tutti coloro che con il loro agire a difesa e aiuto degli ultimi della terra questo messaggio lo mettono in pratica. Sempre in maggio un altro classico, opera di Giovanni Maria Bellu, Bebo Storti e Renato Sarti: “La nave fantasma” Premio Gassman/Città di Lanciano 2005 – Miglior Testo Italiano. Ospite del Teatro Carcano, sarà in scena il 7 maggio con un duplice spettacolo, un matinée e un serale. È la storia di un piccolo battello che nella notte di Natale del 1996 al largo delle coste siciliane affondò provocando la morte di 283 migranti. Nessuno, nemmeno le Istituzioni, nonostante precise testimonianze dei superstiti, si preoccupò di quel “naufragio fantasma” e di tutti quei morti; solo 5 anni dopo il giornalista Giovanni Maria Bellu riuscì a individuare e a filmare il relitto, le cui immagini fecero il giro del mondo. In scena Bebo Storti e Renato Sarti, bravissimi, attraverso il racconto di quella terribile vicenda denunciano i mali legati all’indifferenza, alla xenofobia, all’omertà, all’opportunismo e al razzismo auspicando un ritorno all’umanità che oggi sembra scomparsa. Una satira feroce, uno spettacolo di grande impegno civile che – come scrive la giornalista Magda Poli – riesce ad essere specchio della pavida opportunista coscienza della nostra società.”