Con il termine abusivismo in odontoiatra s’intende l’esercizio della professione odontoiatrica senza possedere gli adeguati titoli di studio, che si ottengono esclusivamente con un corso di laurea in odontoiatria e protesi dentale o, fino agli anni ’90, con una specializzazione dopo la laurea in medicina e chirurgia. L’abusivismo è un fenomeno originatosi molti decenni fa – agli inizi degli anni ‘60 – con la colpevole tolleranza delle autorità. In quegli anni era frequente che negli studi un cosiddetto “meccanico” facesse il dentista. I meccanici erano odontotecnici che, oltre a preparare protesi, decidevano sfacciatamente di praticare anestesie, estrarre denti ed eseguire persino interventi chirurgici orali, il tutto con rischi di lesioni e infezioni altissimi. Questa modalità è andata avanti fino alle fine degli anni ’80. Successivamente il fenomeno parve in attenuazione, non tanto perché gli organi preposti alla vigilanza delle professioni sanitarie fossero in grado di sopprimere il fenomeno, ma perché i controlli più efficienti della guardia di finanza individuarono fonti di reddito non compatibili con la professione di odontotecnico. Un po’ come accadde con Al Capone… Pertanto, negli anni ‘60-’70-’80 (il “trentennio d’oro” dell’abusivismo), le persone potevano facilmente farsi curare da questi “meccanici”. L’abusivismo dopo gli anni ‘90 cambiò faccia e si camuffò dietro a società (di solito s.a.s o s.n.c.) fondate da odontotecnici che realizzavano studi dentistici, a cui mettevano a capo un direttore sanitario, spesso un dentista neolaureato, che faceva da prestanome senza toccare i pazienti. I quali continuavano a essere curati dall’odontotecnico in maniera illegale. Il prestanome, inoltre, aveva la responsabilità legale delle attività dentistiche e poteva garantire l’autorizzazione dell’ASL, nonché permettere la fatturazione delle prestazioni. È dagli anni 2000 in poi che l’abusivismo fa un salto di qualità, da renderlo praticamente legale e irriconoscibile, avvalendosi della normativa che autorizza le società di capitale per i servizi professionali. In parole povere, chiunque abbia soldi da investire, anche se non odontoiatra, può aprire un centro per le cure dentali o una catena dentale. Succede che le proprietà di questi società, attraverso manager commerciali, abbiano un peso nelle scelte di cura dei pazienti. Attraverso una metodologia aziendale ben lontana dall’etica medica, basata su obiettivi di risultato. Questo scenario può essere ricondotto a una nuova forma di abusivismo perché, a tutti gli effetti, abbiamo soggetti privi di titolo per l’esercizio dell’odontoiatria, che utilizzano come paravento odontoiatri legalmente abilitati, come accadeva prima. Odontoiatri spesso agli inizi di carriera e quindi più vulnerabili, che lavorano in molti di questi centri con proprietà difficilmente individuabili, e vessati da obiettivi di risultato, pena la risoluzione immediata del contratto di collaborazione. Le conseguenze finali sono che il paziente rischia di ricevere piani di cure e preventivi gonfiati per soddisfare questi obiettivi di risultato. È utile mettere in guardia i pazienti sul fatto che la vecchia tipologia di abusivismo con l’odontotecnico che fa il dentista non è completamente scomparsa, come spesso dimostrano le cronache giornalistiche, anche attraverso programmi televisivi come “striscia la notizia”. Visti questi scenari molto incerti, rimane sempre più affidabile lo studio retto da uno o più dentisti abilitati legalmente, e con i nomi e titoli facilmente verificabili – basta una ricerca in internet – presso gli ordini professionali di competenza. I professionisti di questa tipologia di studio sono loro stessi titolari e la loro missione professionale non può che essere la salute dentale, e non altre come per alcuni megacentri dentali.

Dottor Nunzio M.Tagliavia, Medico Chirurgo Dentista Via Luigi Mainoni D’Intignano 17/A – 20125 Milano – Tel. 026424705 Email: studiotagliavia@gmail.com – www.dentistalowcost.it