Metrotramvia Milano-Seregno: a quando l’avvio dei lavori?
I mesi, o diciamo gli anni, di ritardo, di quest’opera strategica per la mobilità sostenibile della Città Metropolitana non si contano più. A metà aprile la CMC, Cooperativa Muratori e Cementisti di Ravenna, aggiudicatrice della gara d’appalto per la costruzione della linea su ferro, ha consegnato la versione riveduta e corretta del progetto esecutivo, sulla base delle richieste dei Comuni interessati dal passaggio della linea di trasporto pubblico. Da quel momento nulla è più trapelato. Fonti da noi interpellate ci segnalano che sono in corso da parte degli uffici tecnici le verifiche di compatibilità del progetto, ovvero se l’ultima versione prodotta da CMC tiene conto di tutte le modifiche richieste dai Comuni e da Città Metropolitana.
Rammentiamo qualche dato della metrotramvia che avrà un costo di circa 250 milioni di euro e che richiederà almeno 22 mesi di cantieri: fermate 25, estensione della linea 14,2 km, la prima parte, fino a Paderno Dugnano (località Calderara) sarà a doppio binario e la seconda (da Calderara a Seregno) a binario singolo con raddoppi per gli incroci. Il progetto prevede la trasformazione della obsoleta tranvia interurbana Milano-Desio, con prolungamento a Seregno, in una moderna metrotranvia, intervenendo sulle vie di corsa, la tecnologia impiantistica, la tipologia dei treni e i criteri di esercizio. È prevista inoltre la realizzazione di un nuovo deposito tranviario ubicato al confine fra i comuni di Desio e Seregno. Non poche polemiche ha scatenato e sta scatenando l’opera. Come sempre avviene nel Belpaese ogni infrastruttura che si vuole realizzare o potenziare/ammodernare (emblematico il caso della Tav) ha una bella schiera di detrattori, a torto o ragione. Chi si schiera contro questa linea di trasporto pubblico parla apertamente di spreco di denaro pubblico, opera progettata male e incompleta che creerà problemi sia durante la cantierizzazione (scoprono l’acqua calda!) sia quando entrerà in esercizio. Su una cosa tutti concordano: tutte le Istituzioni dovranno verificare con particolare attenzione i costi di realizzazione, che rischiano di lievitare e la tipologia dei mezzi che dovranno circolare sulla tratta nonché la frequenza del servizio. Sono tutti vincoli stringenti contenuti nella delibera del Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) che ha finanziato la metrotramvia.