Nella modernissima zona universitaria di Bicocca 5 barriere in 900 metri

Zona universitaria di Bicocca. Pensavo di andare sul sicuro in quanto ad accessibilità essendoci solo nuove costruzioni che affiancano gli edifici dell’Università Bicocca, che quest’anno festeggia il ventennale dall’inaugurazione. Ma mi sbagliavo. Il giorno di perlustrazione era afoso per prendere i mezzi pubblici, così mi sono fatta accompagnare in macchina fino alla stazione Greco Pirelli.
Iniziamo male: il parcheggio per disabili dà qualche dubbio poiché non è segnato sulla strada ma sopra il marciapiede (vedi foto a destra). Quindi è necessario salirvi con l’auto e sperare che nessuno parcheggi nel lato stradale perché il disabile che guida non potrebbe tornare in macchina. Allo stesso tempo la sua auto si trova dalla parte dei tavoli esterni di un bar, una scomodità per tutti insomma.
Lasciata l’auto nel parcheggio, vado a controllare la stazione ferroviaria e proprio mentre entro c’è un treno che si ferma al primo binario. Noto che è uno di quelli di Trenord, cui non è possibile accedervi senza un elevatore. Vedo altri binari dalla parte opposta, delle scale per arrivarci ma nessun montascale. Mi reco agli uffici tecnici per domandare come deve organizzarsi una persona in sedia a rotelle per scendere o salire dal treno e come raggiungere gli altri binari. La risposta è deludente: “Non ci sono elevatori che diano la possibilità di salire o scendere sui mezzi e i binari opposti non sono raggiungibili, avrebbe bisogno di un accompagnatore che si prenda la responsabilità di aiutarla”. Ovviamente in caso di carrozzina elettronica non sarebbe possibile a causa del peso eccessivo. A rispondere a questi diritti violati però non spetta al Comune ma a Trenord.
Vado verso gli edifici universitari per controllare le strade. Tutto nella norma, se non fosse per le rampe di accesso ai marciapiedi che hanno grossi buchi e un’elevato grado di pendenza che mi permette di salire solo se spinta da terze persone. Da via Emanueli devo svoltare in Viale dell’Innovazione ma, come in tutta Milano, sugli attraversamenti pedonali su cui passano i binari dei tram non ci sono coperture che permettano a una bici o una sedia a rotelle di attraversare in sicurezza. Quindi devo fare impennare la carrozzina per evitare che le ruote anteriori si incastrino.
Attraverso faticosamente la strada e la mia attenzione viene presa da quello che dovrebbe essere un ascensore che conduce alla portineria del Teatro degli Arcimboldi. Alla segreteria mi viene detto che quell’ascensore è (o meglio, era) a uso esclusivo dei dipendenti e per il pubblico c’è un solo ingresso, accessibile a persone invalide. Risposta positiva. Rimane solo il dispiacere di vedere dalla strada un punto così mal ridotto di uno dei teatri più importanti di Milano.
Faccio altri pochi passi/spinte per vedere i portici tra gli edifici di via Vizzola. Penso che la parola “degrado” sia più un complimento per questa via che separa Viale dell’Innovazione da Viale Pirelli. È simbolo della non sicurezza e di materiali scadenti utilizzati in aree pubbliche. La via è quasi del tutto seguita da quello che probabilmente doveva servire da frangisole ma il legno utilizzato non può essere a uso di ambienti esterni, e infatti in più tratti della via è vietato il passaggio per il rischio cedimenti della struttura.
Volevo avvicinarmi all’edificio di Segreteria Orientamento Studenti ma non è stato possibile a causa di una vera e propria voragine nella passerella della via, vicino alla fontana. Non fidandomi del frangisole torno indietro e, stanca di dover farmi aiutare nella spinta per le rampe decido che prenderò il tram 7 per tornare indietro. Davanti il teatro c’è la fermata Arcimboldi Ateneo Nuovo. In direzione Precotto il tram si prende da Viale dell’Innovazione, per la direzione Piazzale Lagosta la fermata è sotterranea.
Il tram è di quelli accessibili, ma la fermata non lo è. Vedo il retro dell’ascensore, quando però vado a chiamarla vedo che è guasta, piena di scritte e anche le piastrelle intorno a essa sono distrutte. Anche in questo caso la responsabilità non è del Comune, ma purtroppo è lui a rimetterci. Perché a causa di tutti questi problemi non è una zona da consigliare a chi ha disabilità motorie. Cinque problemi trovati in un percorso inferiore ai 900 metri sono grande numero. Grande quanto il disaggio e la frustrazione di vedere tanti problemi nel distretto più moderno della zona.