Seveso: a quando la pulizia delle acque?

Senza un’accurata bonifica anche le vasche diventano un problema
Se sul fronte vasche tutto tace – ovvero nulla trapela dal Governo per quanto riguarda quella al Parco Nord mentre quella di Senago è in fase di costruzione – la questione relativa alla pulizia delle acque del Seveso continua a tenere banco. A inizio aprile l’Associazione “Amici del Parco Nord” e il “Comitato Acque Pulite” hanno scritto una lettera aperta a tutte le Istituzioni, in primis Regione, Città Metropolitana e Aipo, che a vario titolo hanno voce in capitolo sul Seveso e sul progetto vasche. Di tale lettera qui proponiamo una sintesi mentre in Tazebao troverete la lettera integrale. Da tempo, lo abbiamo sritto in diverse occasioini, è in corso un’inchiesta della Magistratura milanese, la quale ha accertato che nel Seveso vi sarebbero circa 1420 scarichi abusivi. Una vera e propria devastazione ambientale che ha trasformato il nostro fiume in una fogna a cielo aperto. Fino a quando la Magistratura non chiuderà le indagini nulla è certificato ma questo dato terrificante è ormai dato per assodato ed è a conoscenza di tutti, cittadini e Istituzioni. Non entrando nel merito delle contrapposizioni dei No vasche/Sì vasche, è proprio la questione del pesante inquinamento delle acque del Seveso che alimenta le forti proteste di coloro che si oppongono a questi invasi, in particolare quello previsto nella zona di Niguarda, nei quali far defluire e decantare queste acque. Chi ha il potere e la responsabilità di intervenire in questa vicenda perché resta silente? Cosa aspetta? Che arrivi l’ordine perentorio e ineludibile della Magistratura? Perché non proseguire con maggior impegno, visto che negli anni scorsi qualcosa, poco purtroppo, è già stato fatto, nell’opera di bonifica delle acque e di contrasto di tali fenomeni criminogeni, per riportare il fiume al suo migliore stato di salute e per salvaguardare la vita delle persone che abitano nelle vicinanze del corso d’acqua? Già svariate volte le Istituzioni si sono impegnate, firmando atti ufficiali per riportare il Seveso nel novero dei fiumi lombardi e non in quello dei collettori fognari. Ma se dalle parole non si passa ai fatti… A cosa serve sottoscrivere il “Patto per il Seveso” o il “Contratto di fiume” se poi le decine di Amministrazioni ed Enti firmatari non intervengono per la tutela del fiume contro coloro che lo inquinano e lo “ammazzano”? Gridano vendetta i 1420 scarichi abusivi, gravissima violazione delle normative vigenti, ma dovrebbero scuotere le coscienze collettive anche l’insufficiente vigilanza di coloro che hanno gli strumenti per farlo ma sembrano girarsi dall’altra parte. Oggi siamo in questa situazione, ovvero con i cittadini di Niguarda che, esasperati dalle esondazioni, chiedono giustamente le vasche e i cittadini di Bresso e i “difensori” del Parco Nord che si oppongono strenuamente, perché il Seveso è tutto fuorché un fiume. Non dimentichiamoci che dieci anni fa è stato deciso di interrompere la costruzione del raddoppio del canale scolmatore di nord ovest, il manufatto idraulico che all’altezza di Senago devia parte delle acque di piena del Seveso, dopo che le popolazioni del Ticino, fiume con acque di pregio, si sono rifiutate di accettare con il raddoppio del canale anche il raddoppio degli inquinanti e della massa di rifiuti che finivano nel loro corso d’acqua. Quell’opera avrebbe sicuramente ridotto di molto il numero e l’entità di esondazioni e forse reso non strettamente necessario quel mastodontico sistema di vasche lungo l’asta del Seveso. L’assenza di uno scolmatore dimensionalmente adeguato ha portato al progetto vasche dove verranno raccolte, seppur per poche ore, queste acque puzzolenti e inquinate senza preoccuparsi della distruzione di aree verdi o della presenza di aree densamente abitate in prossimità di questi invasi. Chiudiamo con la domanda del titolo: a quando la pulizia?