Hakko Ryu: un sistema per la protezione del corpo di uomini e donne
La Asd (Associazione Sportiva Dilettantistica), ha contribuito a diffondere quella bella energia che si respirava nella “3 giorni” di Festa a Niguarda. La dimostrazione tecnica di Hakko Ryu, il 9 giugno, ha consentito agli allievi di eseguire quanto imparato nella palestra niguardese. Un corso utile non solo per l’autodifesa, ma adatto a tutti coloro che si trovano a dover affrontare situazioni di stress sul lavoro (mansioni che comportano responsabilità pressanti che richiedono decisioni in breve tempo) e non (minacce, estorsioni, stalking, ricatti, mobbing…). Nel Giappone antico vi erano numerose scuole di Ju Jutsu (auto-difesa), ciascuna con caratteristiche proprie. Fra queste spicca l’Hakko Ryu nella tramissione di conoscenze sulle tecniche di combattimento e per l’addestramento della mente e migliorare la salute del corpo. Lo scopo delle tecniche dell’Hakko Ryu è di scoraggiare, controllare o neutralizzare l’aggressore, attraverso tecniche che portino al massimo risultato con il minimo sforzo, canalizzando a proprio vantaggio l’energia dell’avversario in modo progressivo e continuo. L’aggressore sconfigge se stesso, senza che chi si difenda faccia sforzi. Non è necessario avere particolare atleticità, flessibilità, agilità o resistenza fisica, per praticare quest’arte marziale, in quanto l’obbiettivo dell’Hakko Ryu è quello di abbandonare la propria forza, sfruttando quella dell’avversario e contrattaccarlo comprimendo sui punti particolari, appartenenti ai meridiani che attraversano il corpo umano. La pratica dell’Hakko Ryu, letteralmente “Scuola dell’Ottava Luce”, si articola in: tecniche di rilassamento e di energia (Goshin Taiso); tecniche di autodifesa (Ju Jutsu); tecniche di pressioni e di massaggi terapeutici K-h Shiatsu (Pressione digitale Imperiale) per la salute e prevenzione delle malattie; Kenk Tais (Ginnastica per la Salute); applicazioni della via del cuore, del rispetto e della riconoscenza (Koko-ro). Per apprendere l’Hakko Ryu, si studiano le leve/torsioni, le proiezioni, le cadute (ukemi) e i colpi (atemi), utilizzando inizialmente tecniche lente, destinate ad educare il corpo, sviluppare gli automatismi, consolidare l’abitudine ai contatti, favorire la continuità dei movimenti e la progressività degli effetti sull’avversario; in un secondo momento invece, le condizioni diventano sempre più complesse, il livello delle tecniche svolte dal praticante si eleva e la velocità di applicazione può aumentare.
Nella foto l’équipe di Giampiero Iacomini (giampieroiacomini@gmail.com)