Seveso bello e pulito: è stato lo slogan delle feste svoltesi al Parco Nord. E intanto il progetto delle vasche di laminazione annaspa, e non solo da noi
Sul numero di giugno avevamo pubblicizzato le due iniziative in programma al Parco Nord e che avevano come comun denominatore il Seveso. Come sono andate? Cosa è emerso di nuovo?
Prima di proporvi un sunto vi ricordiamo che la notte del 4 luglio il Seveso è di nuovo esondato e vi segnaliamo che sulla stampa cittadina è stato dato ampio risalto al fatto che il progetto vasche è di fatto bloccato. I lavori per quella di Senago sono fermi da quasi 10 mesi ed ora si dovrà fare una nuova gara d’appalto, quella del Parco Nord è ancora alla fase cartacea, quella di Lentate dovrebbe partire quest’autunno mentre quella di Paderno/Varedo è ancora alla fase della conferenza dei servizi e della valutazione ambientale. Totale: siamo praticamente all’anno zero.
Ma veniamo ai due giorni di festa. La prima manifestazione, datata 17 giugno e svoltasi presso la Cascina Sede del Parco Nord, ha evidenziato a nostro avviso un aspetto molto importante: è stata organizzata dalla Consulta delle Associazioni del Parco e non dalla “solita” Associazione Amici Parco Nord, da sempre impegnata sul tema del Seveso e da sempre contraria alle vasche di laminazione. Questa Consulta legata al Parco e composta dalle più diverse e variegate organizzazioni, ciascuna con il suo specifico tema e campo di lavoro ha sentito il bisogno di organizzare un incontro perché tutte interessate a portare avanti la battaglia per un Seveso bello e pulito, finalmente liberato dal destino di essere una fogna a cielo aperto. E sì perché, come ribadiamo un mese sì e l’altro pure, il Seveso è stato trasformato in un collettore fognario abusivo, sotto gli occhi di tutti ma che nessuno vede. Da sempre sia le Istituzioni sia i semplici cittadini non ne hanno cura e rispetto; lo si tiene come sfogatoio, un retrobottega per togliere dalla vista ciò che è sporco, brutto e cattivo. Un vero sacrilegio visto che il Seveso sarebbe il solo corridoio ecologico che abbiamo in questa parte Nord di Milano, un prezioso canale di biodiversità, di vita e quindi anche di bellezza e di paesaggio.
Proprio inquinamento e sversamenti abusivi abbiamo chiesto un commento ad Arturo Calaminici, presidente dell’Associazione Amici del Parco Nord “Il bacino del Seveso è un luogo particolare, una strana lingua di terra e di acqua dove la legge, da tempo immemore, è totalmente sospesa. Qui non arriva la legge con i suoi codici, le sue norme e le sue pene, arrivano solo i delitti, che per essere delitti contro l’ambiente e contro la natura vengono ritenuti veniali, tollerabili e tollerati. Ma ora siamo stufi e stanchi. E, si sa, quando le formichette (che siamo noi, è il nostro simbolo) sono stanche, allora si incazzano! Non ci va di essere presi in giro. Per esempio, prendiamo il Progetto di Sottobacino del Seveso, approvato dalla Regione Lombardia il 18 dicembre dell’anno scorso. È un gran documento, apparentemente impeccabile metodologicamente, ma qual è il punto? Il punto è che c’è una (mezza) diagnosi ma non c’è una terapia in atto. Si elencano con precisione, per quanto riguarda gli inquinamenti derivanti dalle acque reflue, tutti i collettori alla rete fognaria che mancano lungo i 52 chilometri del fiume e vi si rimarcano anche i tratti sprovvisti di depuratori. Ma non ci dice se le opere previste sono state progettate una per una, se sono state messe a gara e assegnati i lavori, non ci dice con quali e quanti mezzi economici dovrebbero essere finanziati, in quali tempi, per quali tappe. L’Amministrazione di Milano proprio su “Zona Nove” affermava l’esistenza di 90 milioni, assegnati dallo Stato, per affrontare questa parte dei problemi del Seveso; più recentemente il Parco Nord, proprio in riferimento a questi problemi, parlava di uno stanziamento minore ma pur sempre consistente, di 70 milioni. È vero? Ci sono questi soldi? E perché nel Progetto di Sottobacino non se ne fa menzione? Insomma, non sappiamo nulla, neppure se e quali stanziamenti ci siano! Però, se i soldi ci sono, ci sono ormai da alcuni anni, e allora possiamo chiedere: perché sono lasciati inoperosi a marcire?”
Per cercare delle risposte ai quesiti di non poco conto sopra esposti domenica 1 luglio l’Associazione Amici del Parco Nord ha organizzato un’intera giornata al fiume con la speranza di sciogliere l’enigma che lo condanna. Dove? Dentro il Parco Nord in un’area contigua a quella che dovrebbe ospitare la vasca di laminazione tanto contestata. Ma perché una festa? Cosa c’è da festeggiare? Qui siamo davanti a un corso d’acqua rantolante, a un progetto di vasche fermo e con il rischio che al prossimo forte temporale Niguarda finisca nuovamente sott’acqua. Perché le manifestazioni di protesta rischiano di dividere, di creare steccati, fazioni e a lungo andare non portano troppo lontano perché marginalizzano. Parlando con gli organizzatori ci hanno spiegato che l’idea di base della festa del 1 luglio, allegra, piena di iniziative e di gente, è stata quella di fare fronte comune con le altre associazioni, col Parco Nord e con i Comuni per mettere finalmente il problema Seveso sul tavolo della Regione Lombardia, ma anche del Comune di Milano e della Città metropolitana. Strategia che è già stata applicata con successo in un’altra importate occasione: impedire la costruzione di un eliporto commerciale nel Campovolo di Bresso. In quell’occasione, neanche tanto remota nel tempo, il successo è stato ottenuto quando si è saldato il fronte politico-sociale alla mobilitazione forte dei cittadini.
Ma non è chiarissimo l’obiettivo finale di questa ennesima battaglia. Vogliamo quindi rivolgere una domanda all’Associazione Amici del Parco Nord: a quale successo si sta puntando in questo caso? Alla cancellazione del progetto vasche in toto? A quella nel Parco Nord? All’invarianza idraulica? Alla bonifica del Seveso? Crediamo che una risposta chiara i cittadini di Niguarda se la meritino visto che da decenni fanno i conti con il Seveso.
La lotta per avere un fiume pulito è è una battaglia ambientale ma ancor prima una battaglia di legalità. Se su 1505 scarichi ce ne sono ben 1420 abusivi, privi di autorizzazione e di controlli, allora vuol dire che quel fiume è una terra di nessuno, dove si può fare quel che si vuole. A nostro avviso questo è il messaggio forte e innovativo che è uscito durante la manifestazione di inizio luglio: tutti insieme per un Seveso pulito. Una vera giornata di festa animata, partecipata e condivisa.