Seveso senza tromba

Specie d’estate, quando le notizie scarseggiano, certi spregiudicati giornalisti pur di acquisire qualche lettore in più sono disposti a tutto. Prendiamo l’esondazione del Seveso del 5 luglio. Alcuni hanno titolato in modo da alimentare nei lettori il senso di insicurezza e di paura cui oggi sono molto sensibili, come dimostra il successo delle campagne contro gli immigrati, considerati causa di tutti i mali. Il titolo più gettonato è stato: “Una tromba d’aria nel Milanese (alcuni addirittura scrivono: “a Milano”!, ndr). Ed esonda il Seveso”. Si è cioè tentato di far sembrare i due avvenimenti collegati tra di loro quando invece non lo sono per niente. Si raddoppia così l’ansia della gente: non è da temere solo il Seveso ma anche le trombe d’aria. In realtà il vortice d’aria ha colpito Pozzo d’Adda, a 35 km da Milano e lontano dal Seveso, che riceve il surplus delle acque che poi esondano a Milano da Paderno, Cusano, Cormano, Bresso, territori dove c’è pure stato maltempo nella notte del 5. Altri hanno poi applicato il trucchetto della drammatizzazione tipo “si lamentano due morti”, titolando: “Nella notte quartieri allagati: choc per i milanesi al risveglio”. In realtà, in questo caso la “notizia cattiva ha scacciato quella buona”: il Comune è intervenuto tempestivamente e il Seveso ha riassorbito le proprie acque nella notte, molto prima che i milanesi si svegliassero. E pensare che negli stessi giorni non è stato dato alcun rilievo a una notizia che riguarda anche il Seveso. Domenica 8 luglio, centinaia di migliaia di persone in tutta Europa si sono tuffate nei fiumi per denunciare quanto evidenzia il Wwf: solo il 40% delle acque è in buono stato di salute. Come il Seveso.