Progetto Niguarda: qualcosa si muove ma da settembre serve maggior concretezza. Le aspettative sono tante e non possono essere disattese.

Nonostante il giorno e l’ora non fossero il massimo per riempire la sala, giovedì 26 luglio u.s. alle 18.30 il Teatro della Cooperativa ha visto una buona affluenza di pubblico. Non andava in scena uno dei tanti magistrali spettacoli di Renato Sarti ma un incontro, organizzato dal Comune di Milano, sotto l’attenta regia del Delegato del Sindaco alle Periferie Mirko Mazzali, sul “Piano Periferie” che, come stiamo scrivendo da diversi mesi sulle pagine del nostro giornale, vede Niguarda come quartiere test, individuato di concerto dal Sindaco Beppe Sala e dal Presidente di Confcommercio Carlo Sangalli. Arrivati al Teatro abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Mirko Mazzali per capire meglio il motivo di questo incontro pubblico sulla “Repubblica Autonoma di Niguarda”, come viene chiamata scherzosamente, ma non troppo, dai suoi abitanti nonostante fra pochi anni verrà festeggiato il centenario di annessione al Comune di Milano: “Perché questa riunione? Per ascoltare i residenti, le associazioni, i commercianti, i rappresentanti del Municipio 9 e in generale tutti i portatori di interessi per questo progetto pilota. Il Sindaco Beppe Sala ha parlato di Niguarda come test periferie. Bella idea e belle parole ma questo vuole dire tutto e niente. Bisogna riempire di contenuti questo test. E per riempire di contenuti bisogna venire in loco per parlare con tutti e capire cosa manca al quartiere, dove deve essere migliorato, cosa non funziona e perché. Siamo ancora in una fase embrionale ma da subito posso dire che non vogliamo nulla di calato dall’alto. Noi abbiamo puntato gli occhi sull’area di Villa Trotti e via Ornato, il cuore di Niguarda. Cosa chiediamo ai cittadini: di fornirci delle idee per riempire di contenuti concreti il progetto Niguarda. Utilizzare Villa Trotti ad esempio come volano per ridisegnare questa porzione di quartiere, rivedendo la mobilità, l’arredo urbano, il verde e l’annosa questione dei negozi sfitti. Al termine di questo ambizioso percorso vorremmo che Niguarda fosse visibilmente diversa.” Nel corso della serata si sono succeduti molti interventi, di cittadini, rappresentanti del Municipio 9 e del Comune di Milano, dell’Università Bicocca, delle associazioni, dei comitati, referenti di partiti politici e dei commercianti, che hanno evidenziato sia le molte potenzialità presenti a Niguarda sia i punti di debolezza che dovranno essere risolti al termine di questo progetto Niguarda. Molti contributi hanno puntato l’indice contro la mancanza di una piazza centrale in grado di fungere da luogo di socializzazione, aggregazione o semplicemente ritrovo. Attualmente si utilizza per manifestazioni e feste l’area della Cooperativa Abitare compresa fra via Passerini e via Graziano Imperatore. Proprio Abitare ha comunicato che, presumibilmente a settembre, si procederà alla stipula della convezione con il Comune che permetterà alla Cooperativa di edificare case per i soci e nel contempo riqualificare via Passerini e realizzare la tanto agognata agorà di Niguarda. Se tutto ciò si concretizzasse, nel giro di un paio d’anni, sarebbe già un risultato di assoluto rilievo. Ma la piazza non è l’unico cruccio evidenziato da coloro che a vario titolo gravitano intorno allo storico quartiere del nord Milano. Quartiere che, come evidenziato da molti, non è assolutamente periferico ma decentrato. Può un quartiere essere definito periferico, con evidente discredito, se ospita il più importante ospedale del nord Italia, Villa Clerici, Villa Trotti, il Parco Nord e a poche centinaia di metri Università Bicocca e Museo del Cinema tanto per fare qualche eclatante esempio? Ci sono diverse zone d’ombra che questo progetto, fortemente voluto dall’Amministrazione Comunale, dovrà cercare di cancellare per fare quell’ulteriore salto di qualità a Niguarda. Non possiamo non citare la mancanza di linee dirette di trasporto pubblico con le metropolitane M3 e M5, così come l’assenza di un collegamento con il Pronto Soccorso del Niguarda, lacune evidenziate decine di volte anche dal nostro giornale. Molto criticata anche la metrotramvia 4 che, a detta dei molti intervenuti, ha tagliato in due Niguarda arrecando anche grosso disagio alla viabilità interna al quartiere, trasformandolo in una specie di labirinto, non tanto in uscita quanto in ingresso da chi proviene dal centro di Milano. Il riferimento alla chiusura di via Graziano Imperatore all’altezza di via Majorana è stato citato più volte. “Zona Nove” auspica una revisione della viabilità del quartiere, valutando nel contempo la possibilità di utilizzare vetture ferroviarie di minori dimensioni ma si schiera da subito contro l’ipotesi circolata di sopprimere o modificare il percorso della linea 4. Sempre collegato al tram e al doppio binario è stata segnalata l’assenza di parcheggi sulla via Ornato, con notevole danno per le attività commerciali. Molto sentiti anche i temi legati al benessere e alla qualità della vita delle persone quali l’arredo urbano, la sicurezza, il potenziamento dell’illuminazione pubblica in alcune aree del quartiere, soprattutto in prossimità del Parco Nord ed i miasmi causati verosimilmente dal depuratore, oggetto di un costante monitoraggio da mesi come scritto più volte dal nostro giornale. Ultimo, non certo in ordine di importanza, il tema dell’aiuto ai negozi di vicinato, sia quelli già aperti sia quelli che dovranno nascere nelle unità commerciali sfitte. Su questo tema il Comune ha annunciato due importanti strumenti, “cuciti su misura” per Niguarda: la legge 266 che permette di erogare contributi a fondo perduto e a tassi agevolati per nuove aperture e un bando per migliorare le attività commerciali esistenti. Come si vede di carne al fuoco ce n’è a sufficienza. Bisogna ora concretizzare tutte queste idee e partire. E per partire, come hanno segnalato molti dei presenti, serve una certezza: la disponibilità di risorse. Perché, come dice un detto popolare, le nozze con i fichi secchi non si fanno.