Il 27 agosto ci ha lasciati Aldo Vanzini abitante in viale Suzzani 273. Mio padre Aldo nasce nel 1921 da famiglia operaia, quarto di cinque fratelli e cresce in un clima di forte opposizione al regime fascista. Ogni volta che qualche autorità era in visita in città – raccontava Aldo – venivano a prendere mio padre. Mai appartenuto al corpo dei Balilla, il suo sentimento antifascista si sviluppa sin dalla tenera età attraverso l’osservazione di ciò che lo circonda all’Isola, il suo quartiere. Nell’adolescenza entra in contatto con fuoriusciti politici e pensatori antifascisti facendone dei maestri di politica, di etica e di vita. I soprusi e le violenze quotidiane lo spingono a schierarsi in maniera netta contro il regime. L’otto settembre 1943 tornato in licenza dall’Albania si trova in via Galvani e deciso a contribuire nei fatti oltre che ideologicamente, con l’aiuto di un compagno disarma due ufficiali tedeschi. Non tornerà più sotto le armi dell’esercito entrando invece nella Resistenza organizzata della Pirelli. Nasce la Brigata Temolo e Aldo ne è vicecomandante sotto la falsa identità di Giulio Ventura. La brigata operava armata ma le armi servivano solo per difesa, sempre nel rispetto diella non violenza. Giulio Ventura agiva nelle zone milanesi di Niguarda, Bicocca, Affori e Bovisa. Il principale ruolo della “Temolo” era quello di disarmare i tedeschi sui tram. Fondamentale era il ruolo delle donne tra cui Antonietta, la moglie di Aldo, sua sorella Giuliana e la loro madre Enrica che si prestarono alla causa nascondendo armi e uomini. Aldo con la sua “squadra” si occupava poi del contenimento della disinformazione sistematica attuata dal regime. Significativa l’azione al teatro Smeraldo la notte di capodanno del 1944 in cui si impadronirono del microfono denunciando la disinformazione e dichiarandosi dissidenti. Il valore della libertà, il rifiuto dei soprusi fin nelle piccole cose di ogni giorno è stato urlato da Giulio Ventura e compagni persistendo indispensabile fino ad oggi e per sempre. Ciao Aldo. (Ricordo a cura delle figlie e dei nipoti)

Ringraziando le figlie e i nipoti di Aldo per le belle parole ricordo che in tempi come questi, in cui il Ministro degli Interni utilizza i motti del criminale di guerra Benito Mussolini (“Tanti nemici tanto onore”) è nostra ferma intenzione oltre a apporci in tutti i modi leciti, anche mantenere vivo il ricordo dei nostri partigiani. Come diceva il presidente partigiano Sandro Pertini: “Ai vecchi perché ricordino, ai giovani perché sappiano quanto costa riconquistare la libertà perduta”. (Angelo Longhi. Presidente ANPI sezione Martiri Niguardesi)