Avolte fare qualcosa di buono è difficile. Prendiamo le periferie degradate delle grandi città, la nostra compresa. Il Comune di Milano sta cercando di fare della riqualificazione dei propri quartieri periferici un prioritario, irrinunciabile impegno di lavoro. Obiettivo: rendere tutta la città, e non solo la vetrina del centro, organizzata e servita, moderna e civile, pulita e sicura, in una parola vivibile. In questo grande progetto, fra l’altro, dovrebbe svolgere – come sappiamo – un ruolo importante proprio Niguarda, intesa come modello del processo di riqualificazione di tutte le periferie. Ma all’inizio di agosto la doccia fredda: il Governo Di Maio-Salvini blocca per due anni i 1,6 miliardi di euro, stanziati dai Governi Renzi e Gentiloni, destinati a intervenire sulle aree degradate delle periferie. Inevitabile la levata di scudi. Per esempio il presidente dell’Associazione dei Comuni italiani (Anci), il sindaco di Bari, Antonio Decaro parla di “furto con destrezza” a danno dei Comuni. Insomma questo Governo non si sa cosa voglia fare da grande, e non solo sulle periferie: la Tav e la Tap le vogliono o no? La Gronda di Genova perché l’hanno bloccata proprio prima del crollo del ponte? L’accordo sull’Ilva si sarebbe fatto senza i sindacati e nonostante l’anguilla Di Maio? A questo punto sulle periferie ci manca solo una presa di posizione del Municipio 9, specie dell’assessore Pellegrini, della Lega, cui non sfugge nessun degrado minimo nella zona: cosa ne pensa di questa bell’impresa del suo governo e cosa pensa di fare per scongiurarne le conseguenze?