Seveso: nuova esondazione e vecchie polemiche.

Intanto il piano per mettere in sicurezza Niguarda rischia di naufragare.

Segnate sul calendario questa ulteriore data: 25 agosto 2018 ennesima esondazione, fortunatamente di breve durata e con pochi disagi e danni, del Seveso a Niguarda.
Dal Comune fanno notare che non si ricorda una pioggia così intensa e localizzata tra PaIazzolo, Paderno Dugnano, Bresso e Milano ovvero a valle dello scolmatore che svuota il Seveso e che quindi ha messo Niguarda in completa balia del fiume perché senza più alcuna difesa. Ed infatti il Seveso è passato in via Valfurva da cm. 108 a 3.00 in 20 minuti dalle 19.58 alle 20.18. Pochi istanti ancora di crescita vorticosa ed ecco l’esondazione durata 25 minuti e finita poco prima delle 21. Danni e disagi limitati grazie all’efficiente e consolidata macchina delle emergenze. Ma non è finita qui il 31 agosto si è rischiato una nuova esondazione: bomba d’acqua al mattino e alle ore 10 si è arrivati a pochi centimetri dai 3 metri che in via Valfurva significa patatrac! Cronaca breve per fare spazio alle solite polemiche e scambio di accuse fra favorevoli e contrari alle vasche di laminazione, soprattutto quella del Parco Nord. Apre le danze Marco Granelli che pubblica un lungo post sulla sua pagina FB. Ve ne proponiamo un sunto. “Quella di ieri 25 agosto 2018, è stata la 9° allerta meteo regionale del mese di agosto 2018 riguardante il Seveso: significa cioè almeno 9 giorni su 25 (circa 1 su 3, il 36%) in cui il sistema della Protezione civile è stato attivato, con personale presente al Centro operativo di Milano e al Centro funzionale di Regione Lombardia, ma anche presso Città metropolitana, Aipo e Mm, a monitorare radar e livelli. E poi in diverse occasioni si sono anche attivate le squadre sul territorio: per Milano significa mediamente 2 squadre Mm servizio idrico, 2 squadre di protezione civile, almeno 10-12 pattuglie della Polizia Locale, e poi gli equipaggi di Amsa, almeno 4. Senza esagerare significa avere in servizio straordinario circa 50 persone. E ogni allerta, giustamente presa sul serio, significa per i cittadini verificare l’evoluzione, essere pronti ad intervenire per spostare l’automobile, mettere le protezioni agli ingressi delle proprie abitazioni, negozi, cantine o box. Solo nel mese di agosto questo è capitato almeno 9 volte: del resto agosto è il mese dei temporali, e con i temporali del rischio bombe d’acqua come quella di ieri sera. E non sono allerta vane: a inizio luglio 2018 il Seveso era esondato ancora. Questa realtà continua ogni mese a creare costi per le Amministrazioni e quindi consumando risorse pubbliche e cioè dei cittadini, e costi, tempo e in qualche caso danni per i cittadini e le imprese dei quartieri di Milano come Niguarda, ma anche in qualche caso Isola. Penso che tutti possano condividere che non si possa continuare così…. Per la prima volta, nel 2015, si giunge così all’approvazione congiunta di un progetto complessivo integrato e al suo finanziamento integrale: circa 146 milioni di €, di cui 116 del Governo, 20 del Comune di Milano, 10 di Regione Lombardia. Nel frattempo la Regione aveva approvato un altro accordo territoriale per il potenziamento del canale scolmatore e per il miglioramento del sistema di protezione civile e allertamento meteo integrato, con 23,4 milioni di € solo per il canale scolmatore. Un piano complessivo con la realizzazione di 4 vasche di laminazione (Lentate sul Seveso, Varedo-Paderno Dugnano, Senago, Parco Nord (Milano-Bresso), sistemazione di aree golenali (Carimate, Vertemate con Minoprio, Cantù), riqualificazione del tratto coperto del Seveso a Milano (cavo Redefossi), interventi di depurazione delle acque e di sistemazione del Fiume Seveso… Il progetto della vasca di Milano-Bresso (Parco Nord) è bloccato perché a luglio 2017 il Comune di Bresso ha fatto ricorso alla Presidenza del Consiglio dei Ministri contro l’approvazione del progetto definitivo avvenuta il 28 giugno 2017. E quindi, dopo quasi 14 mesi siamo in attesa della decisione del Consiglio dei Ministri. A Bresso dicono che la vasca sia inutile e pericolosa. Inutile non lo è proprio e lo ha dimostrato l’esondazione del 25 agosto: quando i temporali forti scaricano molta acqua in breve tempo e in un’area piccola che interessa solo quei 7 km. di fiume tra Palazzolo-Paderno Dugnano (appena a sud del punto dove il canale scolmatore prende le acque del Seveso) e Milano, tutta l’acqua arriva a Milano in via Ornato dove inizia l’interramento, Lì si aggiunge l’acqua del “troppo pieno” del depuratore del sistema di fognature dei Comuni di Cormano, Bresso, Cusano Milanino, Cinisello Balsamo, Sesto S.Giovanni (in condizioni di temporali almeno 10-12 mc/secondo, cioè il 25% di quanto contiene il canale coperto sotto Milano.) Quindi anche se il canale scolmatore (e domani le vasche di Senago, Lentate, Varedo-Paderno) fanno il loro servizio e azzerano la portata a monte, l’acqua del temporale riempie il Seveso e lo fa esondare. Così è avvenuto il 25 agosto sera. Alle ore 20 circa, l’idrometro posto a Palazzolo, subito dopo lo scolmatore, a circa 36 km dalla sorgente del fiume Seveso, segnava cm. 22, ma a Milano via Ornato, solo 7 km dopo, con l’acqua del forte temporale e del “troppo pieno” del sistema fognario dei Comuni a nord di Milano, segnava cm. 212. Era la testa dell’onda di piena, difatti alla stessa ora a Milano via Valfurva, 2 km. dopo, l’idrometro segnava cm. 50. Esattamente 18 minuti dopo, alle 20.18, la testa dell’onda di piena raggiungeva in via Valfurva cm. 300, il livello di esondazione e quindi incominciava lì e poi subito dopo in piazzale Istria, ad esondare. Se ci fosse stata la vasca di Milano-Bresso, posta circa 300 metri prima di via Ornato, l’onda di piena avrebbe riempito la vasca, evitando l’esondazione. E la vasca dalle ore 23 o 24 di sabato 25 agosto, ormai scesi i livelli si sarebbe potuta gradualmente svuotare, cosa che avviene in un tempo medio di circa 4-5 ore, poi sarebbe stata pulita (12-15 ore) e quindi la vasca sarebbe gradualmente tornata un laghetto con acqua pulita martedì 28 o mercoledì 29 agosto. Ora comprendo che a nessuno piaccia pensare di vedere sotto la sua finestra un laghetto che mediamente un mese all’anno viene utilizzato per raccogliere le acque in piena, ma questo non giustifica rischiare 9 volte al mese di avere un’esondazione di un quartiere di una città, con disagi certi e tangibili per tutti… Se insieme facciamo le vasche, tutte, e insieme depuriamo il Seveso e incominciamo insieme a togliere le condutture che portano acqua nel fiume, come già fatto nel 2015 con la chiusura e spostamento del depuratore di Varedo, i cittadini di Bresso probabilmente nel giro di alcuni anni vedranno ridursi i giorni di utilizzo della vasca e soprattutto riusciranno ad avere sotto le loro finestre un fiume pulito e più tranquillo… Quindi usiamo il nostro impegno, il nostro ingegno e il nostro tempo non per dire di no e bloccare, ma per migliorare i progetti e renderli più compatibili con la vita di tutti.” A stretto giro di posta è arrivata la secca e puntuale replica dell’Associazione Amici del Parco Nord. Anche in questo caso vi proponiamo un sunto. “Le esondazioni a Milano devono cessare. Per noi questo resta un imperativo categoric. Avete (Regione e Comune di Milano) il potere e i quattrini, se non avete fatto nulla interrogatevi e prendetevi le vostre responsabilità. Le vasche sono una soluzione sbagliata, culturalmente arretrata e dannosa. Per questo solleva le proteste dei Comuni, delle associazioni e dei cittadini. Pulire le acque del Seveso, bloccare gli scarichi abusivi, completare il sistema della depurazione, realizzare le aree golenali a Cantù: almeno su questo siamo d’accordo, ma non avete fatto nulla. La “riflessione” dell’assessore Granelli sull’ultimo (limitato) straripamento del Seveso, sulle sue cause e sulle conseguenze, hanno esondato sui social e sui maggiori quotidiani nazionali. Avesse detto parole vere e sincere, sarebbe stato un buon contributo alla comprensione effettiva dello stato delle cose, nonché al dialogo e all’intesa, ma così non è stato. Il Piano AIPO è fallito. Non lo diciamo noi, lo dicono i fatti: il suo totale compimento era previsto per il 2018, ma ad oggi non c’è una sola vasca, anzi non c’è un solo cantiere aperto. Quello di Senago, dopo circa un anno, è stato smantellato. L’assessore invita tutti ad assumersi le proprie responsabilità, ma è proprio lui che non assume le sue. Di chi, dobbiamo chiedergli, la colpa di un bilancio così disastroso? Avete da anni un piano, avete i soldi (ben 146 milioni) per realizzarlo, avete il potere (siete tutti d’accordo: Regione, Comune di Milano, Città Metropolitana), perché non avete fatto quello che dovevate e che secondo voi era assolutamente urgente e necessario? Chi ve lo ha impedito? Il Comune di Bresso? Bresso al limite può avere ritardato la costruzione della vasca nel Parco (che vale, si badi bene, un diciottesimo dell’intero piano!). Ma le altre quattro? E in quanto a noi, Associazione Amici Parco Nord, che voi ci mostrate a dito, noi non abbiamo alcun potere. Certo, ci sforziamo di dire qualche parola onesta e di indicare, se ci riusciamo, un punto di vista diverso. Non è previsto nella cultura politica dell’assessore che ci sia qualcuno che la pensa diversamente? E questo sarebbe un alibi per la propria inefficienza e per ritardi che hanno evidentemente altre cause che l’assessore non spiega? In cosa consiste questo nostro punto di vista diverso? Non certo nella premessa. Che la situazione sia insostenibile e che occorre impedire a qualsiasi costo che continuino gli allagamenti di Milano, ecco su questo, come abbiamo sempre ribadito, siamo d’accordo: bisogna mettere all’asciutto Niguarda!… Siamo d’accordo su diverse cose. Innanzitutto, che bisogna pulire le acque del Seveso. E perché non lo fate? Nel fiume ci sono, secondo la procura di Milano, 1420 scarichi abusivi, su 1505, scarichi privi di qualsiasi autorizzazione e controllo. Non ci risulta che uno solo di essi sia stato bloccato o, ancor meglio, messo in regola. È colpa di Bresso? Siamo, poi, unanimemente d’accordo di realizzare le aree golenali, a Cantu e aree vicine. Da sole valgono una volta e mezza la vasca nel Parco, ma anch’esse sono lì da venire, una possibilità che non si concretizza: perché? Insomma, sulle cose buone e giuste, che convincono tutti, non fate nulla e su quelle sbagliate, secondo noi, e che comunque sollevano tanti problemi, vi agitate tanto e non concludete nulla! La vasca di Bresso oggi, nelle parole dell’assessore, sembra avere un valore quasi salvifico, il perno dell’intero sistema; in verità, occorre ricordare che questa ultima vasca è stata aggiunta al piano in zona Cesarini, su proposta di un assessore del Comune di Milano, e per motivi diremmo non proprio tecnici. Ha una capienza di 250mila mc per un piano che conta 4,5 milioni di mc: una piccola pietruzza di un grande edificio che non c’è e che in tanti anni non avete saputo costruire. Siamo seri!” Alcune semplici considerazioni: sia il documento dell’assessore Marco Granelli sia quello dell’Associazione Amici del Parco Nord contengono diversi concetti condivisibili, tanto è vero che su alcuni punti c’è totale condivisioni pur rimanendo i “contendenti” su posizioni diametralmente opposte. Quello che non ci piace è il tono e le accuse reciproche per scaricare su altri questo palese è imbarazzante immobilismo. Perché non iniziare dalle cose che ci accomunano? Facciamo tutti il massimo sforzo per pulire il Seveso, contestualmente completiamo il raddoppio dello scolmatore di nord ovest così da poter inviare le acque di piena del Seveso nel Ticino e ove necessario costruiamo le vasche che realmente servono. Sicuramente saranno meglio tollerate dai Comuni e dai cittadini perché conterranno acque pulite. Ma tutto deve partire dalla bonifica del Seveso altrimenti non andremo da nessuna parte. Rammento che come Italia stiamo pagando multe per la mancata pulizia e depurazione delle acque (non si sta parlando solo di Seveso) e quindi prima bonifichiamo e meno multe paghiamo!