Atm: quasi certo il biglietto a 2 euro. Tutelati, anziani, studenti e abbonati
Ogni volta che c’è un aumento della tariffa si sollevano giustamente le critiche e le lamentele perché non fa piacere a nessuno pagare di più per ottenere un bene o un servizio. Anche nel caso del quasi certo aumento del biglietto Atm da marzo 2019 si sono già scatenate le polemiche e le raccolte firme per bloccare questo provvedimento. Cerchiamo di capire perché si sta valutando questo incremento, su chi peseranno questi aumenti ovvero chi si cercherà di preservare, fermo restando che il provvedimento è ancora in gestazione e quindi molte cose potrebbero cambiare e quali novità sono collegate alla rimodulazione tariffaria. L’obiettivo è quello incamerare almeno 55 milioni di euro, necessari per far pronte alla diminuzione dei trasferimenti statali e regionali e all’aumento dei costi di gestione della rete Atm sempre più estesa e capillare (nuova M5 e M4 in costruzione), convincendo sempre più milanesi a usare l’abbonamento, ovvero fidelizzare milanesi e pendolari al trasporto pubblico locale meneghino. Dopo più di 6 anni, l’ultimo aumento porta la firma della Giunta Pisapia, dal 2019 il ticket singolo passerà da 1,5 euro a 2 euro, con un aumento del 33%, che oggettivamente non è un incremento da poco. Aumenti, anche se non della stessa percentuale, anche per gli abbonamenti mensili e i carnet. Ma sono salvi gli abbonamenti annuali: la novità è che potranno essere pagati in rate mensili, notizia sicuramente ben accolta dal popolo del trasporto pubblico. Dalle notizie circolate in queste settimane sappiamo che, oltre all’aumento del ticket singolo, rincarano anche il carnet dieci corse (da 13,80 a 18), il giornaliero (da 4,5 a 7 euro), il settimanale (da 11,30 a 17 euro). Il mensile passa da 35 a 39 euro. Invariato l’annuale, anche per under 26 e senior e per queste due categorie non aumenta anche il mensile. Mezzi pubblici gratis per tutti i minori di 14 anni anche non accompagnati). Infine l’abbonamento annuale da 50 euro oggi riservato ai disoccupati viene esteso anche a chi ha un reddito Isee inferiore ai 6mila euro. Strettamente collegato al tema del costo del biglietto Atm c’è la proposta di arrivare finalmente a una tariffazione unica dei trasporti pubblici nell’area metropolitana. Se tutto ciò, passati gli iter burocratici previsti, che naturalmente non sono pochi in verità visto che siamo in Italia, diventasse realtà non ci saranno più salti di tariffa incomprensibili ai cittadini, doppi biglietti e spariranno soprattutto le doppie tariffe in un unico Comune. Nel concreto queste saranno le principali novità presentate da Siria Trezzi, delegata alla mobilità della Città Metropolitana (una sorta di assessore alla mobilità della Città Metropolitana ndr): 1. Equità, univocità e integrazione della tariffa. Non ci saranno più, dunque, biglietti diversi ma un solo titolo di viaggio valido per tutti i mezzi utilizzati. 2. Un sistema zonale a corone, rispetto ai centri urbani di maggior afflusso di Milano, Lodi e Pavia, secondo il principio che si paga per l’uso. Ogni comune sarà inserito in una sola corona, con l’effetto immediato di semplificare e agevolare gli spostamenti. 3. Un calcolo dei costi dei titoli più vantaggioso per gli utenti che utilizzano gli abbonamenti mensili e annuali e che si spostano all’interno dell’area metropolitana e da e per i comuni capoluogo. 4. Si prevedono una serie di agevolazioni come: la completa gratuità per i ragazzi fino ai 14 anni; uno sconto del 25% per gli under 26 e gli over 65; uno sconto dell’85% per le fasce più deboli della popolazione. Sono allo studio anche una serie di sconti legati alle modalità di fruizione, come la cosiddetta “Off Peak”, cioè l’utilizzo fuori dagli orari di punta. In tutta questa vicenda complessa e molto delicata politicamente non potevano mancare le parole del Sindaco Beppe Sala che su FB il 7 settembre u.s. ha postato la seguente dichiarazione: “Oggi ho incontrato i miei Assessori per discutere dell’evoluzione del trasporto pubblico milanese e della revisione del sistema tariffario. Negli ultimi anni abbiamo fortemente aumentato la dimensione del servizio – più 12milioni di km all’anno – e la sua qualità. Ora dobbiamo guardare avanti. La nostra azione si sostanzierà in un ulteriore potenziamento e miglioramento del servizio, oltre a una radicale trasformazione verso l’elettrico del parco autobus. Dopo parecchi anni di tariffe invariate siamo costretti ad adeguarle, anche perché nello stesso periodo i contributi di Stato e Regione sono significativamente diminuiti (ciò è veramente inaccettabile e anzi, al contrario, andrebbero premiati quei Comuni che continuano ad investire). Alla luce di tutto questo, le principali indicazioni che ho lasciato ai miei Assessori sono le seguenti: intensificare il contrasto all’evasione; adeguare il sistema tariffario metropolitano sulla base delle ipotesi già discusse; proteggere e incentivare l’uso quotidiano dei mezzi pubblici mantenendo invariato il prezzo dell’abbonamento annuale e, addirittura, consentendone la rateizzazione mensile.”