Centro Culturale della Cooperativa. Intervista a Maria Piera Bremmi

Esiste un luogo, nella nostra Niguarda, in cui è piacevole sostare se si è interessati alla cultura! È il Centro Culturale della Cooperativa in via Hermada 14. Abbiamo chiesto alla signora Maria Piera Bremmi, coordinatrice del centro, di raccontarci come e quando è nato. “Il Centro Culturale della Cooperativa è nato nel maggio 2009”, dice, “per volontà della Società Edificatrice di Niguarda (ora Abitare) di cui era presidente Giovanni Poletti. Il Centro ha iniziato la propria attività come biblioteca e dal novembre 2010 è diventato “Associazione”, con iscrizione all’albo del Consiglio di Zona 9, ora Municipio 9. Il nucleo iniziale della biblioteca proviene da un prestito di libri a cui nel tempo si sono aggiunte molte altre donazioni, fino a raggiungere un patrimonio di 9.000 volumi circa. Dopo un periodo di libri “in parcheggio”, una volta liberati i locali in cui ha sede oggi il Centro, l’Edificatrice attrezzò lo spazio in modo gradevole ed elegante, facendone una delle sedi più accoglienti in questo settore. Quando vidi per la prima volta la sala pensai che fosse un bel “contenitore” da riempire di attività, possibilmente di buon livello. E a questo abbiamo sempre guardato in questi anni: così è partito il Centro Culturale”.
Quali attività si svolgono al Centro Culturale?
“Ciò che riveste maggior importanza nella vita del Centro sono le attività culturali e sociali, che in questi otto anni si sono moltiplicate: gli “Incontri del venerdì” in cui si discute di letteratura, teatro, scienza, cinema, attualità, storia, politica, filosofia, libri e tanto altro, con l’intervento di relatori di ottimo livello. Si sono tenuti inoltre corsi di giornalismo, cinema, opera lirica, letteratura francesce e inglese, scrittura creativa, scritture antiche, psicologia e inoltre abbiamo ospitato mostre di pittura, grafica, fotografia. Da anni, in collaborazione con Angelo Mantovani, presidente dell associazione musicale Il Clavicembalo Verde, abbiamo portato la musica in Zona 9, e non solo, presso differenti sedi: prima fra tutte Villa Clerici presso la Galleria d’arte sacra, e anche all’Auditorium Ca’ Granda, e inoltre presso chiese, sale private e corti. Sempre parlando di musica, per il secondo anno ospitiamo corsi di pianoforte, o meglio un anno di studio completo, con lezioni singole calibrate sulla preparazione, o non preparazione, di ciascun partecipante. Importante inoltre è la collaborazione iniziata dal 2014 con l’Associazione Amici di “Zona Nove” con due progetti dedicati alle scuole primarie e secondarie di I grado del Municipio 9: “Cinema a Scuola”, diretto da Luigi Allori, direttore del mensile ‘Zona Nove’ e, dal 2015, il Concorso di Poesie, “Poesiàmoci in Zona Nove” giunto all’ottava edizione nel 2019. Interessante anche la collaborazione con la sezione Anpi Martiri Niguardesi nelle scuole sui temi della Resistenza e della Costituzione. Infine, da tre anni a questa parte, e sempre in collaborazione con il mensile della nostra zona, ospitiamo per il Progetto Alternanza Scuola-Lavoro studenti dei Licei Cremona, Russell e Omero, per un’esperienza di lavoro nella redazione di ‘Zona Nove’”.
Il Centro è riservato solo ai soci?
“No, chiunque può frequentarlo, anche se chi partecipa chiede poi spontaneamente di associarsi. Chi ha l’obbligo di tesserarsi invece, è chi fruisce dei servizi, come il corso di pianoforte, le lingue, i corsi di fotografia, la palestra informatica”.
Ci sono altre attività di carattere sociale?
“Diamo grande importanza alla scuola di italiano per stranieri: non semplici corsi ma un anno scolastico completo su due livelli. Tre mattine la settimana dedicate soprattutto alle giovani donne che portano i figli a scuola e tre sere per chi ha un’occupazione durante la giornata. La scuola è totalmente gratuita e si avvale della generosità, in termini di tempo e non solo, di quattro tutor volontari che da anni gestiscono una realtà così importante. Altro nostro vanto è la Palestra Informatica, grazie a cui nel 2015 abbiamo ottenuto un riconoscimento a livello cittadino di “Civica Virtù”. Il premio, equivalente all’Ambrogino d’oro ma sostenuto dalla Provincia (ora dalla Città Metropolitana), è nato a metà degli anni ‘90 e viene conferito a persone o associazioni che si distinguono per “un comportamento continuo nel tempo di solidarietà, attenzione al territorio, rispetto della cultura”, caratteristiche presenti nel Dna del Centro Culturale. Dedicato agli over 60, il laboratorio informatico si avvale di cinque tutor più due supporti tecnologici tutti volontari, appartenenti all’Associazione Informatica Solidale. I corsi sono dedicati ad utenti di ogni livello: a principianti assoluti, agli avanzati di ogni grado che necessitano di approfondimenti, a chi desideri utilizzare tablet, android e smartphone, ai lettori digitali con eBook e propongono un preziosissimo servizio di supporto tecnologico per computer, antivirus, aggiornamenti.” Oltre allo svolgimento delle attività sociali e culturali, che M. P. Bremmi coordina in modo eccellente, essendo il punto di riferimento del Centro stesso. Un ringraziamento particolare va a lei per la capacità di relazionarsi positivamente con tutti i fruitori ed anche per l’accoglienza e la disponibilità dei locali che vengono usati a volte per incontri di associazioni che operano sul territorio (Civitas Virtus, etc.); incontri con gli insegnanti aderenti al Progetto Cinema a Scuola e per le riunioni della Consulta delle Periferie che da anni ha fatto del Centro Culturale il suo punto di incontro per il territorio del Municipio 9. Cosa si potrebbe fare, secondo lei, per migliorare la rete dei rapporti e lo scambio sociale e culturale.
Il Centro Culturale potrebbe essere un punto di riferimento in tal senso?
“Non abbiamo questa presunzione sebbene, in parecchie occasioni, il Centro Culturale sia stato al centro di incontri/progetti. Il problema delle associazioni è che negli ultimi tempi sono cresciute a dismisura, spesso sembrano doppioni dei doppioni, con durata ‘l’espace d’un matin’. Quando sono arrivata in zona anni orsono c’erano due associazioni culturali “mito”, che mi citavano regolarmente: la Sassetti all’Isola e l’Italo Calvino ad Affori. La Sassetti ha chiuso da diversi anni e il Calvino ha cessato l’attività a fine 2017, a dimostrazione che la vita di un’associazione non è così facile. Nessuno ha dubbi sull’importanza delle associazioni di zona, che però dovrebbero restare meno arroccate su se stesse e tentare di collaborare, anche se la loro caratteristica sia quella di “non associarsi” con altri. Con alcune associazioni della nostra zona, stiamo tentando di dar vita a un “Forum” con la partecipazione del Municipio 9. In attesa, si potrebbe iniziare con un programma di incontri per capire quello che ci accomuna e quel che ci divide, con l’obiettivo di superare le differenze.