Niente fondi alle periferie: è guerra tra Anci e Governo

A rischio anche il Progetto Niguarda del Comune
Al netto delle polemiche che sono piovute in redazione per la vignetta pubblicata in prima pagina sul numero di settembre del nostro giornale, ci preme far notare che il taglio dei fondi destinato alle periferie è al momento realtà e non falsa propaganda di “Zona Nove”. Invitiamo i detrattori della nostra testata ad andare a leggere la Gazzetta Ufficiale numero 220 del 21/9/2018 nella quale è pubblicata la legge 108/2018 meglio conosciuta come Decreto Milleproroghe. Per farla semplice il sopraccitato decreto mette, salvo eventuali cambi di rotta da inserire nella prossima Legge di Bilancio, la parola fine al braccio di ferro Enti locali/Governo per quanto riguarda i fondi da destinare alla riqualificazione delle periferie: come già si sapeva da qualche settimana, il Governo ha deciso di andare diritto per la sua strada e così la seconda tranche di fondi del Piano delle Periferie slitta al 2020. Si è avverato quanto l’Associazione Comuni Italiani (Anci) ha provato a scongiurare sino alla fine. Con l’art. 13, comma 02 del decreto-legge 25 luglio 2018, n. 91 nel testo coordinato con la legge In merito alla questione del taglio dei fondi alle periferie (vedi articolo qui sotto), durante l’inaugurazione del Parco della Torre (vedi a pag. 5), abbiamo raccolto la seguente dichiarazione del Sindaco Beppe Sala. “In merito alla vicenda dei fondi alle periferie i Comuni, Milano compreso, si stanno muovendo a livello di Anci (Associazione nazionale Comuni Italiani) per trovare un consenso il più ampio possibile. Anci non può fare ricorso alla Magistratura contro questo provvedimento ma se un Comune lo fa tutti gli altri si accodano. Noi ci opporremo a questi tagli. Il Governo dice che in un secondo momento recupererà quello che ci ha tolto. In ogni caso noi Comuni faremo ricorso e poi vedremo come andrà a finire la vicenda. Chiediamo l’aiuto dei parlamentari perché ad esempio tali risorse potrebbero essere recuperate con la Legge di Bilancio. Stiamo parlando di fondi importanti per Milano: noi siamo pronti con il progetto esecutivo del Quartiere Adriano (vedi numero scorso, ndr) e quindi aspettiamo con fiducia i finanziamenti necessari per concretizzare queste opere molto attese dai residenti.” (Andrea Bina) di conversione, viene disposto il differimento al 2020 delle Convenzioni sottoscritte per la riqualificazione delle periferie con la conseguenza che le amministrazioni competenti dovranno provvedere, ferma rimanendo la dotazione complessiva loro assegnata, a rimodulare i relativi impegni di spesa e i connessi pagamenti a valere sul Fondo sviluppo e coesione. A seguito di questa (scellerata) decisione, Anci, che rappresenta anche i Comuni guidati da sindaci della Lega e dei Cinque Stelle, ha interrotto le relazioni istituzionali con il Governo. Morale: dopo l’assegnazione delle prime risorse previste dalle prime 24 convenzioni sottoscritte tra presidenza del Consiglio dei Ministri e Anci del marzo 2017, l’assegnazione della successiva tranche (che avrebbe finanziato ulteriori 96 progetti di riqualificazione) di risorse per le due convenzioni sottoscritte tra novembre e dicembre 2017 è stata rinviata al 2020. Cosa comporta tutto ciò per il Comune di Milano? Tra i progetti a rischio stop c’è ad esempio la riqualificazione del quartiere Adriano che prevedeva la costruzione di una scuola media, il prolungamento della metro tranvia 7 e il nuovo lotto del parco Adriano. Stiamo parlando di 38 milioni di euro di investimento totale, di cui 18 finanziati dal sopraccitato Piano Periferie, che non sono proprio noccioline. Però leggendo quello che è stato scaricato sulla redazione, via social network e via mail, per qualcuno il problema è la vignetta e non il congelamento di questa consistente somma di denaro. Il timore è che il Comune per realizzare tale progetto possa drenare risorse da altri progetti con il rischio magari di vedere ridimensionato o cancellato il Progetto Niguarda.