Il corsivo. Le barriere mentali
Il 18 ottobre la stampa francese riportava la notizia di un conducente di autobus parigino che dopo essersi accorto che a una fermata nessun passeggero si era sposato per far salire un uomo in sedia a rotelle, prese la decisione di far scendere tutti quanti e fece salire l’uomo disabile con il suo accompagnatore. “Un giorno, tutti potremmo aver bisogno di una sedia a rotelle”, questo è ciò che ha detto il conducente rivolgendosi all’uomo vittima di indifferenza, menefreghismo e inciviltà.
È piacevole leggere notizie come questa. Soprattutto fa piacere a persone con disabilità che tutti i giorni vivono situazioni simili dovute all’egoismo e alla maleducazione di chi non ha problemi. O forse mi sbaglio: non sono tutti cattivi e indifferenti ai problemi altrui. Forse si tratta solo di persone senza riflessi, che proprio “non ci arrivano” e necessitano di un pizzicotto per ricordare di essere al mondo.
Mi vengono in mente alcuni episodi vissuti in prima persona per prendere l’ascensore. È capitato che entrando in quello di un centro commerciale iniziasse a suonare l’allarme che indicava di aver superato il limite di peso. Io non mi feci alcun problema, rimasi lì, immobile, a guardare gli altri che facevano finta di nulla, ma dopo una decina di secondi per evitare che mi si spaccassero i timpani, alzai la voce. “Scusate. Qui qualcuno deve uscire altrimenti l’ascensore non parte e come potete vedere io le scale io non posso farle!”. Bastò l’uscita di una coppia che disse: “Tanto abbiamo solo un piano da fare” per interrompere l’allarme e far partire l’ascensore. Cose simili mi capitano tantissime volte e sono certa che anche nel caso avvenuto a Parigi per alcune delle persone che già si trovavano sul bus, sia stata una svista. Per fortuna a questo mondo ci sono anche persone come il conducente o me, in primis, che non hanno problemi a ricordare ad altri l’esistenza del buon senso.