Isola: il quartiere che cambia ma non per i cittadini disabili

Quartiere Isola. Questa vecchia zona del Municipio 9 è nata e rimasta “isolata” a lungo per la costruzione della ferrovia ed era inizialmente abitata dalle famiglie di operai di fabbriche come la Pirelli o della stessa ferrovia. Ora quella vecchia zona è diventata l’esempio perfetto di riqualificazione che Milano ha ricevuto grazie a l’effetto Expo ed è rinata per la rivalutazione edilizia, la nuova fermata della metropolitana lilla (Isola) ed edifici dall’architettura futuristica per residenze e aziende. È tutto perfettamente curato nelle vie tra Bosco Verticale, Piazzale Segrino e Piazzale Lagosta: dalla cura delle strade, con rampe dei marciapiedi perfette, a quella del verde. Via Borsieri si è trasformata arricchendosi di ristoranti, cocktail-bar e piccoli negozi, in una specie di Corso Garibaldi ristretto. I locali stanno avendo successo e nei weekend Isola è piena di vita. E se in Via Volturno, dove si trova la fermata della nuova metropolitana, hanno completamente rifatto gli ingressi delle abitazioni eliminando anche la più piccola barriera architettonica, lo stesso non si può dire di quelle vie dove sembra essersi spostata la movida. Lí non c’è nessuna attività commerciale con gli ingressi accessibili di Via Volturno, tantomeno qualcuno con una piccola rampa (anche rimovibile). È inutile, sembra che chi si muove in sedia a rotelle non sia visto come un potenziale cliente, né nei negozi, né nei ristoranti o bar. Anche loro possono spendere i loro soldi passando una serata in compagnia ma nessuno sembra capirlo, persino le leggi. Per scrivere questo articolo ho chiamato 4 locali per prenotare una cena. Riferendo di essere in sedia a rotelle per poter avere un tavolo comodo nessuna delle persone al telefono mi ha avvisato riguardo possibili barriere, ma alla mia domanda di un bagno accessibile in 3 mi hanno riferito di non disporne. Infatti l’unico ristorante con il bagno attrezzato era quello di dimensioni più grandi, poiché la normativa sull’abbattimento delle barriere architettoniche (D.M. 236/1989) obbliga solo le attività commerciali con una misura che supera i 150 mq ad avere almeno 1 bagno accessibile. Anche il ristorante con il bagno attrezzato però aveva un gradino all’ingresso, come lo hanno il 100% dei locali di tutta la zona. Io mi muovo su una carrozzina manuale, sono leggera e così chi mi accompagna non fa una grossa fatica per fare il gradino, ma se dovessi uscire con la carrozzina elettronica non avrei possibilità d’ingresso. Pertanto ho constatato che anche nelle zone rinate di Milano le cose non cambiano e continueranno a non cambiare senza leggi giuste. Ai commercianti, ai ristoratori e soprattutto al Comune dico: “Non abbiate paura a spendere, almeno per le rampe mobili, perché anche i disabili spendono soldi. La prospettiva di vita delle persone aumenta e l’Italia, si sa, è un paese di vecchi e quindi si continuerà a spendere. Potete trovare soluzioni per rendere veramente innovativo questo quartiere per tutti?”