Care lettrici, cari lettori, domenica 7 ottobre, alle 7 del mattino, Niguarda apparsa agli occhi nebbiosa. Erano anni che non vedevo la nebbia poi, piano piano, si diradò e sopraggiunse il sole. Tutti contenti perché è la festa di Niguarda. Una volta Niguarda, Affori, Bruzzano, Dergano erano dei paesi e facevano a gara per la festa più bella. Mio padre niguardese e mia madre afforese, ricordi indimenticabili della nostra infanzia. Poi gli anni cambiano la gente e le abitudini, diminuisce la gioia, la condivisione di stare insieme. Zona Franca, in questi anni, tante volte è stata portatrice di questo giorno che veniva a mancare e, domenica 7 ottobre, grazie agli organizzatori, a Niguarda c’è stata la festa. Da via Paolo Rotta, via Val di Ledro, via Graziano Imperatore, via Ornato: bancarelle, giochi, musica, negozi aperti, ombrelli colorati alle finestre di via Ornato, il trenino chiassoso che rallegrava le vie. Turati con la sua grigliata e gli animali della fattoria. Bello, tutto bello e grazie ancora agli organizzatori. Solo che un piccolo (neo) ha offuscato la giornata. Sia ben chiaro, non vuole essere la mia una polemica, ho troppo rispetto degli altri! Ma vorrei sensibilizzare gli organizzatori perché, il prossimo anno, possa essere per tutti gioioso. Nei giardini di via Bauer, senza una bancarella e un po’ di musica che rallegrasse la giornata c’erano i gazebo delle Associazioni che pochi hanno visto perché isolati dal resto della festa. Sono rimasta personalmente amareggiata per come è stata trattata l’Associazione Unione Samaritana che da ben 70 anni presta un grande servizio di volontariato all’ospedale di Niguarda, in tante case di cura per gli anziani e altri ospedali. Tre volontarie alle 8,45 aspettavano che qualcuno portasse loro il gazebo, un tavolo, due sedie, in via Bauer, ai giardinetti. Dopo un attesa di tre ore, in piedi, portano il tutto. Ma non passano due ore che qualcuno viene a prendere il gazebo… spostando il tavolo dietro un albero e dicendo: “Qui va bene perché non c’è il sole”. Sono le prime ore del pomeriggio quando arrivo per la mia disponibilità al gazebo del giornale “Zona Nove” (vedi foto) situato proprio dove, 60 anni fa, c’era la cascina in cui abitavano i miei nonni paterni, la “Curt de la Bosa”. Subito mi dicono che mi cercano i Samaritani (dove da anni sono volontaria), ho fatto fatica a vedere le volontarie perché l’albero nascondeva il tavolo. Quando, più tardi, è arrivato il nostro amatissimo presidente onorario Luigi Venturini e sua moglie Giuditta, l’ho visto amareggiato e non aggiungo altre parole! Ripeto ancora, la festa è stata bella, i bambini contenti, anche i genitori. Ma è ancor più bella quando tutti sono contenti!