Renato Sarti presenta il proprio ricco cartellone di novembre

Niguarda è davvero un quartiere all’avanguardia, un modello di periferia da imitare? Lo chiediamo a Re-nato Sarti che ha fatto del Teatro della Cooperativa un importante pilastro culturale, punto di riferimento per l’intera città di Milano. “Rispetto ad altre zone Niguarda si pone in una situazione privilegiata – afferma Renato – non che siano tutte rose e fiori, ma certi fenomeni di disgregazione e di malavita organizzata che troviamo in altre periferie qui sono meno presenti o meno evidenti perché il territorio, vuoi per la presenza delle Cooperative vuoi per la solidarietà operaia del quartiere, è riuscito a fare da argine a quei fenomeni. È un villaggio a parte, la cui diversità nasce proprio dalla peculiarità della sua storia fatta di resistenza, di cooperazione, di lotte operaie, di solidarietà, una storia non comparabile a quella di altre zone di periferia. Ad esempio il fatto che buona parte delle abitazioni appartengano alle Cooperative, una realtà che risale all’800, è un dato positivo per tanti motivi, chi vuole iscriversi a una Cooperativa infatti deve essere a posto con i documenti ed essere solvente, e questo consente per tradizione un filtro, un controllo del territorio più efficace. Allora voler pensare a Niguarda come modello trasferibile in altre periferie a mio parere è impossibile. A renderla ‘unica’ è la sua stessa storia che oggi purtroppo mi sembra non sufficientemente valorizzata un po’ perché gli anziani vanno via via sparendo, un po’ perché 20 anni di berlusconismo si fanno sentire, un po’ perché i giovani sono meno curiosi, meno coinvolti rispetto alle problematiche di carattere sociale. C’è meno curiosità oggi anche rispetto al nostro teatro, la gente si muove meno, siamo più stressati, più impegnati, e nel nostro quartiere la popolazione è anziana. Tuttavia, nonostante varie difficoltà, l’anno scorso abbiamo registrato la presenza di circa 20mila spettatori che arrivano dal centro ma anche da fuori città”. Merito di una programmazione sempre coinvolgente come abbiamo constatato dagli spettacoli che hanno aperto anche questa stagione. E altri interessanti appuntamenti ci attendono in novembre. Puoi anticiparci qualcosa? “Innanzitutto c’è il grande ritorno di Giulia Lazzarini, uno dei volti più celebri del panorama teatrale italiano. Sarà da noi l’11 e il 12 novembre con ‘MaterMundi’, uno spettacolo dedicato a madre Francesca Saverio Cabrini, la piccola ‘suora con la valigia’ che tra il 1889 e il 1912 attraversò 28 volte l’Atlantico creando in America e in Europa numerosissime opere assistenziali. Il testo di Egidio Bertazzoni riporta alla luce una pagina dell’emigrazione italiana da fine ‘800 agli anni ‘50. Si parte dalla Commedia dell’Arte, dallo Zanni bergamasco, magistralmente interpretato da Enrico Bonavera, che racconta il suo viaggio in barca sul Po con altri compaesani in cerca di cibo, per arrivare alle storie di emigrazione dei nostri giorni, storie di oggi simili a quelle di ieri fatte di disperazione, sofferenza, fatica, sogni e speranze. Da non perdere è anche ‘Bartleby, lo scrivano’, in scena dal 15 al 25 novembre, una prima nazionale di cui ho curato la regia. Tratto da un romanzo breve di Herman Melville, rivisitato da Luca Radaelli, è una storia inquietante che anticipa Kafka e Camus. Ambientata a Wall Street presenta il contrasto tra il mondo volto alla conquista del potere attraverso il denaro rappresentato dalla figura di un avvocato, e quello di Bartleby, il giovane scrivano che dopo pochi giorni dall’assunzione rifiuterà di svolgere i compiti che l’avvocato gli affida fino al punto estremo di rifiutare la vita. Lo spettacolo vede nei panni di Bartleby Gabriele Vollaro, un giovane talento niguardese (vedi in basso, ndr). Dal 27 novembre al 2 dicembre riprenderemo poi ‘Griselidis. Memorie di una prostituta.’ un testo di grande successo nei festival e teatri francesi. Tratto dalle memorie di Griselidis Real, scrittrice, pittrice, attivista per i diritti delle prostitute, la storia, cruda e realista, scava nell’animo maschile e femminile coinvolgendo il pubblico anche grazie alla splendida interpretazione di Serra Yilmaz. Non posso non segnalare dal 4 al 9 dicembre ‘La canzone è femmina’, divertente spettacolo dei Duperdu, la coppia formata dalla frizzante attrice niguardese Marta Marangoni e dal maestro Fabio Wolf, autore delle canzoni adattate alla scena dalla fervida fantasia della drammaturga Francesca Sangalli. Il testo è un viaggio affascinante alla scoperta del variegato universo donna: donne reali, fantastiche o immaginarie raccontate in modo lieve e intelligente con l’ausilio di una Musa ispiratrice, Debora Villa ‘dea dalle idee di orchidea’, l’attrice che il pubblico potrà incontrare anche il 19 novembre nello spettacolo ‘La vita è una cosa mer(d)avigliosa’!”