Basta polemiche: si dia il via al biglietto unico integrato

Sono mesi che “Zona Nove” dedica fiumi di inchiostro al trasporto pubblico locale, all’ampliamento della rete metropolitana e alle tante forme di mobilità condivisa perché abbiamo un chiodo fisso: abbattere il traffico privato che tanti danni provoca alla nostra salute. Per capire quanto sia importante il trasporto pubblico locale per la nostra metropoli, non solo per la salute ma anche per l’economia e l’efficacia degli spostamenti delle persone, bisogna partire dai numeri: ogni giorno a Milano usano bus e tram 970mila persone e 1 milione 250mila usano una delle 4 linee di metropolitana. Dati impressionanti che non si fermano solo alla quantità ma anche alla qualità, come dimostrano i report di soddisfazione degli utenti. Un servizio di elevato standard erogabile grazie alla professionalità di Atm e anche ai cospicui finanziamenti che ogni anno il Comune di Milano eroga sia per progettare e costruire nuove infrastrutture di trasporto sia per farle funzionare; nel solo 2018 si parla di ben 78 milioni di euro. Ridurre i finanziamenti di questo complesso “marchingegno” significa gettare alle ortiche una delle eccellenze della nostra metropoli ma anche, incrementando a dismisura il già abbastanza caotico traffico veicolare, aumentare i già elevati livelli di gas inquinanti presenti nell’aria che respiriamo. Su questo tema, ovvero il finanziamento del trasporto pubblico, la fidelizzazione degli utenti e il costo per gli utenti di questo servizio, la Giunta Sala ha fatto un discorso chiaroe: scegliere tra chi, con una buona dose di demagogia, afferma che non si devono toccare le tariffe e che ci vogliono altri approfondimenti per giungere alla tanto sospirata riforma tariffaria e chi invece vuole applicare il nuovo sistema tariffario, il famoso biglietto unico integrato, che premia i pendolari lasciando invariati gli abbonamenti in città e diminuendo mediamente del 10% gli abbonamenti per i 2.650.000 cittadini che abitano fuori Milano, reperendo le risorse necessarie per questa rimodulazione tariffaria da chi usa il trasporto pubblico occasionalmente (ovvero biglietto ordinario a 2 euro), lo stesso sistema che si usa nelle più grandi aree urbane del mondo. Purtroppo Regione Lombardia, cui spetta l’ultima parola, ha deciso di temporeggiare, rimandando l’avvio della nuova tariffazione, scagliandosi contro il Sindaco Sala e l’aumento del biglietto ordinario facendo finta di non capire che questi 2 euro sono parte integrante di un progetto più ampio e lungimirante. Ma c’è un’altra “diavoleria” che sta portando avanti la Regione: dal 2011 al 2018 il trasporto pubblico di Milano e della prima cerchia dei Comuni ha visto aumentare il servizio di 13,1 milioni di km/vetture (+9,3%); nel 2018 la sua gestione è costata 763,3 milioni di € (+ 65,5 milioni di € annui dal 2011, +9,4%)- Ma, negli stessi anni, la Lombardia ha tagliato i fondi a questo sistema passando da 293,5 a 275,9 milioni di € all’anno (-17,6 milioni di € -6%). Oggi quindi la differenza tra l’aumento dei servizi erogati e conseguentemente dei costi di gestione e la diminuzione dei contributi si è allargata a circa 83 milioni di € annui. Inoltre Milano è impegnata a progettare e costruire nuove metropolitane, metrotramvie, potenziare le linee bus e aumentare le frequenze di metropolitane e mezzi di superficie. Servizi più capillari, efficaci ed efficienti che hanno e avranno dei maggiori costi. Solo nel 2018 il trasporto pubblico locale ha aggiunto 2,4 milioni di km/vetture, nel 2021 aumenteranno di altri 25 milioni che grazie al prolungamento della M1 da Sesto Fs a Monza-Bettola, all’apertura del primo tratto della M4 da Linate a Forlanini Fs e al prolungamento del tram 7 da Anassagora al quartiere Adriano (vedi “Zona Nove” di gennaio 2019). Quando tutto questo ben di Dio sarà pronto fisicamente come si farà a gestirlo se contestualmente non ci saranno le risorse necessarie a farlo funzionare? Ecco perché Milano sta spingendo molto per fare partire la riforma del sistema tariffario, di cui il biglietto a 2 euro è un tassello importante: solo in un quadro economico sostenibile il sistema funziona e bene altrimenti implode e sono dolori per tutti.