M5: una diramazione per Bresso e Cusano Milanino?

Del prolungamento ormai certo della M5 fino a Monza abbiamo più volte scritto che è una notizia positiva per i nostri quartieri, sommersi dalle auto dei pendolari. Questo mese abbiamo un’altra chicca da proporvi anche se è ancora un’ipotesi allo stato poco più che embrionale: la Lilla oltre che a Monza dovrebbe andare anche a Bresso e Cusano Milanino. Dell’ipotesi avevamo scritto mesi fa segnalando che in Regione Lombardia si stava facendo uno studio di fattibilità dell’opera. Le cose sono andate avanti e sabato 26 gennaio a Bresso si è svolta una partecipata assemblea pubblica sul tema a cui ha partecipato, oltre al sindaco di Bresso, il bressese sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Stefano Buffagni. Durante l’incontro sono state illustrate le quattro ipotesi progettuali emerse dal primo studio di fattibilità della Regione Lombardia che ipotizza lo sbinamento, ossia il raddoppio, della linea M5 da Bignami in direzione di Bresso, oltre che sull’asse originario verso Cinisello e Monza. In tre casi su quattro si prevede che la linea passi al di sotto della Montagnetta del Parco Nord per poi attestarsi lungo la via che costeggia l’aeroporto, in direzione di Cusano e Cinisello. Solo in un caso si prevede il prolungamento verso il centro di Bresso, con una sola fermata e capolinea davanti all’ufficio postale e al Parco Rivolta. Da quanto si capisce i tecnici che hanno redatto lo studio ritengono più probabili le ipotesi che puntano al passaggio del metrò a fianco del campo volo per poi proseguire verso Cusano e Cinisello sia perché più è lungo il tracciato e maggiore sarà l’utenza potenziale sia perché fare passare il metrò nel centro di Bresso presenta problematiche tecniche importanti. Delle tre ipotesi più accreditate, una prevede 5 fermate, di cui due a Bresso, una terza al confine tra Cinisello e Cusano e le ultime due lungo la circonvallazione di Cinisello. Un’altra, considerata fattibile, prevede sempre due fermate lungo la via del Campovolo di Bresso e la terza a Campo dei Fiori a Cinisello e il capolinea in via Cilea nella zona del campo sportivo. In ogni caso va chiarito subito che, mentre per il tracciato della M5 verso Monza il governo ha stanziato tutti i fondi necessari alla sua realizzazione, per questo secondo ramo siamo in una fase iniziale della progettazione ovvero non vi è nulla di concreto. È pur vero però che una decisione su cosa fare deve essere presa celermente perché i tecnici di MM hanno bisogno di avere indicazioni precise per la progettazione del prolungamento. Se si deciderà di fare lo sbinamento verso Bresso, anche il progetto per la tratta monzese dovrà subire delle modifiche. Nei prossimi mesi si procederà al secondo step di progettazione ovvero lo studio di fattibilità tecnicoeconomica, indispensabile per valutare il rapporto tra costi e benefici. Al momento nessuno si è sbilanciato sui costi di questo nuovo ramo della M5 anche se c’è chi ipotizza una cifra tra i 300 e i 500 milioni di euro. E qui sorge una prima domanda: chi pagherà questa somma visto che non sono noccioline? E la seconda altrettanto importante: che fine farà la metrotramvia Milano-Seregno, la linea con un capolinea in via Ornato al confine con Bresso? Supponendo di reperire le risorse necessarie per lo sbinamento della M5 i tecnici hanno sentenziato che lo stesso potrà diventare realtà solo dopo la realizzazione della Milano-Seregno. Infatti grazie a questa linea di superfice la M5 avrebbe un volume di traffico di passeggeri provenienti dalla Brianza quattro volte superiore al bacino potenziale di Bresso e Cusano. Quindi la tranvia può rappresentare un utile strumento per portare utenti dalla Brianza alle stazioni della M5. È chiaro a tutti quanto sia più rapido entrare a Milano con un mezzo sotterraneo piuttosto che con un tram di superficie. L’accoppiata metrotramvia e M5 risulterebbe pertanto imbattibile per bloccare il flusso di auto che ogni mattina si riversano nelle nostre strade.

• Metrotramvia Milano-Limbiate: è la volta buona? Che sia la volta buona? Dopo anni di tira e molla fra vari Comuni del nord Milano, Comune di Milano, Regione Lombardia e Governo non dovrebbero esserci più ostacoli al rifacimento di una delle più importanti linee di trasporto pubblico in grado di mitigare – circa 7000 auto in meno al giorno – il flusso enorme di auto che entrano nella nostra metropoli. Stiamo parlando della metrotramvia Milano-Limbiate. Negli anni scorsi la linea ferrata, molto utilizzata ma ormai obsoleta e non più sicura, è stata bloccata creando disagi e addirittura era stata paventata una chiusura a tempo indeterminato. Poi le sollevazioni dei pendolari e la discesa in campo del Comune di Milano, che ha permesso di metterla in sicurezza e quindi in esercizio, ha scongiurato il peggio. Adesso finalmente si intravvede il traguardo della completa riqualificazione, quasi fosse una nuova linea. L’attuale binario unico verrà sostituito per moltissimi tratti dal doppio binario, verrà realizzata una pista ciclabile, una serie di piccoli parcheggi auto “di corrispondenza” e si prevede che la frequenza dei convogli avverrà ogni 10-11 minuti. L’iter del progetto avanza veloce: i tecnici di Metropolitana Milanese hanno completato la progettazione dell’opera e, a fine 2018, Regione Lombardia ha finanziato i primi 6 milioni di euro degli oltre 11 di sua competenza per il primo tratto da M3 Comasina al deposito di Varedo. Quando verranno completati a breve gli adempimenti burocratici fra i vari Enti coinvolti, sarà poi la volta dei 68 milioni di euro promessi e stanziati dal Governo. Facendo gli scongiuri contro eventuali intoppi, sempre possibili in Italia ma che per quanto riguarda quest’opera sembrano alquanto improbabili, i primi cantieri dovrebbero vedere la luce nel 2020. (Anna Aglaia Bani)