Megli pittore

Non sono molti nella nostra zona gli spazi dedicati a mostre di pittura e di scultura per cui è quasi impossibile per gli artisti, che pure sono numerosi nel quartiere, farsi conoscere e contribuire con la loro opera a diffondere la cultura e l’amore per l’arte. È proprio questo il sogno di Francesco Magli, pittore e scultore che vive nella nostra zona: creare nella nostra periferia un laboratorio aperto a tutti, in cui le persone, soprattutto i giovani, non solo possano avvicinarsi all’arte ma anche scoprire la bellezza del “fare” arte, liberare la fantasia , esprimere i propri sentimenti e le proprie emozioni regalando colore e dinamicità al quartiere e alla città tutta che spesso lascia poco spazio alla creatività. “Bastano del cartone, un pezzo di legno, una cordicella, una carta di giornale, un qualsiasi oggetto riciclabile, una matita o un carboncino e un po’ di vinavil – ci dice l’artista – per dar vita a opere originali. Naturalmente ci vogliono voglia di mettersi in gioco, creatività e spirito d’iniziativa e purtroppo è noto che i giovani d’oggi apprezzano molto poco la manualità. Cercare, inventare, costruire può offrire a ognuno di noi, perché no, anche l’opportunità di crearsi un futuro perché i soldi, intesi come contributi di varie istituzioni, a poco servono se non sono supportati da idee”. Entusiasmo e spirito d’iniziativa non mancano certo a Francesco Magli che con la sua tenacia è riuscito a conquistarsi uno spazio, un angolo all’interno di un Caf al numero 12 di piazza San Giuseppe, un luogo dove esporre le proprie opere e da allestire, se sarà possibile, anche come laboratorio per offrire a giovani interessati l’opportunità di imparare a esprimersi con l’arte, mezzo straordinario, a suo parere, per affermare la dignità dell’uomo e diffondere i valori di solidarietà, pace e giustizia. “Artista sociale”, come viene definito, con la sue creazioni artistiche Magli dà luce alla gente comune, alle persone più umili. Il suo zampognaro calabro ad esempio, che ritorna spesso nella sua produzione, è una figura simbolo di un modo di essere, di un’umanità positiva, povera ma non rassegnata, è il bracciante, il disoccupato, l’emarginato, è lo stesso Magli “sempre dalla parte dei poveri, di coloro che non hanno nulla a ai quali si nega persino la tranquillità del nulla”, come egli stesso ama affermare. Esempio eclatante l’episodio che lo vide protagonista il 14 luglio 1986 quando per protestare contro la politica degli sfratti operata dal comune di Milano, armato di colori e pennello, dipinse decorandoli 45 panettoni spartitraffico in piazza della Scala, e fu subito multato colpevole di avere “imbrattato” di colore quei grigi blocchi di cemento. Una vita avventurosa quella di Magli. “Dai 4 ai 15 anni sono stato in collegio a Limbadi, piccolo centro calabro – ricorda -. Una volta uscito dal collegio ho lavorato a Vibo Valentia presso vari artigiani e così ho imparato a conoscere e a usare molti materiali. Nel 1960, ad appena 16 anni, sono approdato da solo a Milano trovando subito lavoro in una pizzeria dell’Isola. Aiutavo in cucina e con il nero delle seppie che pulivo ho cominciato, quasi per gioco, a disegnare su cartoncini che poi appendevo come quadri alle pareti del locale. Qui ho conosciuto il famoso pittore Ibrahim Kodra che poi è stato mio maestro, e il critico Raffaele De Grada, il quale mi ha spinto a frequentare la Scuola degli Artefici di Brera, una scuola serale famosa dove ho avuto per 5 anni insegnanti di grande livello, Pippo Spinoccia per disegno e pittura, Nicola Gianmarino per scultura e lo stesso De Grada per storia dell’Arte e critica sociale. Per un certo periodo ho avuto un laboratorio all’Isola nella famosa “Stecca degli Artigiani“ poi distrutta per far posto ai grattacieli. Oggi vivo a Niguarda ma mi manca uno spazio per realizzare le opere di scultura che realizzo, spesso in grandi dimensioni, in ceramica, in legno, in bronzo”. I lavori di Francesco Magli che possiamo vedere esposti nel locale di piazza San Giuseppe sono infatti piccoli oggetti creati con materiali di riciclo e in creta, maiolica e cartone. Tra le opere spiccano un presepe informale che riproduce in creta il tipico paesaggio dei Sassi di Matera, figure sinuose raffiguranti le donne di Matera, omaggio alla cittadina della Basilicata eletta quest’anno “città della cultura” dall’Unesco, e poi vasi in maiolica dalle forma armoniose e dai colori vivaci, scatole di cartone trasformate in teche per accogliere figure maschili e femminili, e tanti piccoli-grandi oggetti di arte povera che rivelano una singolare inventiva. Alle pareti del locale ci sono disegni e dipinti in uno stile schematico ed essenziale, caratteristica che contraddistingue tutta la produzione di questo artista estroso, sempre alla ricerca di nuove iniziative e di nuove esperienze tecniche e di linguaggio. Sempre coerente con se stesso e con le sue tematiche Francesco Magli da sempre, giorno dopo giorno, combatte con grande passione la sua vita di uomo e di artista. L’idea per cui oggi impegna le sue energie è la possibilità di uno spazio per portare l’arte alla gente e contribuire a dare più luce alla nostra periferia. Un’impresa decisamente ardua, una battaglia non facile che naturalmente gli auguriamo di vincere.