Museo della macchina per scrivere: un libro e due seminari sulla storia della scrittura

In via Menabrea c’è un museo, unico nel suo genere, che ospita centinaia di macchine per scrivere. Nato nel 2006 grazie all’iniziativa di un appassionato collezionista, Umberto Di Donato (vedi foto), che ha dedicato gran parte della sua vita a questa idea, il museo merita una visita per la quantità, la qualità e la rarità dei pezzi esposti e per la capacità del suo creatore di intrattenere i visitatori. Di Donato è un bancario in pensione, originario della Campania ma dagli anni Cinquanta a Milano, che da oltre mezzo secolo colleziona e cataloga macchine da scrivere e da calcolo meccaniche. “Il museo – racconta orgoglioso – è stato aperto con circa duecento pezzi. Oggi qui ne troviamo più di cinquecento, ma sono oltre duemila quelli che ho in due magazzini fuori città. Sono tutti pezzi originali, catalogati e funzionanti.” Quindi utilizzabili, sotto la sua attenta sorveglianza, anche dai visitatori. Proprio così, perché il museo di via Menabrea non è solo una ricchissima esposizione ma una struttura viva che esporta le preziose macchine per mostre ed eventi, in Italia e all’estero, e che organizza seminari e conferenze sulla scrittura ma anche prove di dattilografia, rivolte a tutti ma ai ragazzi in particolare. “La più recente mostra a cui ho portato più di quaranta macchine – dice Di Donato – è stata un mesetto fa, in un luogo molto suggestivo, all’interno di una Chiesa del XVI secolo a Copreno, una frazione di Lentate sul Seveso, in Brianza. Ma posso dire di essere stato presente a più di un centinaio di mostre, come a Lione, Passau, Liegi e Ginevra al Palazzo delle Nazioni Unite.” Ma non solo. Di Donato ha prestato, ad esempio, settanta macchine per la fiction televisiva Rai dedicata ad Adriano Olivetti, interpretato da Luca Zingaretti, nel 2013. E prima ancora duecento a Louis Vuitton per l’inaugurazione di uno store a Roma. Facendoci guidare da Di Donato, persona molto affabile, che con piacere accompagna il visitatore e racconta storie ed aneddoti sulle macchine e su chi le ha costruite e utilizzate, scopriamo alcuni veri e propri gioielli. Possiamo così ammirare alcuni pezzi storici americani di fine Ottocento – Remington, Underwood, Caligraph e altre – alcune particolarità come una macchina cinese degli anni Venti con una infinità di ideogrammi o quelle con i tasti in arabo e in greco antico, per finire a macchine appartenute a personaggi famosi, da Matilde Serao a Camilla Cederna, da Ernest Hemingway a tanti altri giornalisti, scrittori, magistrati, professori. Ma ci rendiamo anche conto che lo spazio è purtroppo limitato e infatti Di Donato ci confessa che è da tempo alla ricerca di uno spazio più ampio e adeguato, per rendere maggiormente fruibile ai visitatori l’esposizione delle macchine. La collezione, tra l’altro, è in continua crescita, anche grazie a numerose donazioni. Di Donato vorrebbe restare nella zona, o perlomeno nel perimetro del Municipio 9, ma finora non ha ricevuto una proposta adeguata. Oggi il museo è aperto solo tre pomeriggi a settimana (martedì, venerdì e sabato dalle 15 alle 19) oppure su appuntamento. Due seminari e la pubblicazione di un libro sono le prossime iniziative curate da Di Donato. Il libro, il cui titolo sarà “History of the Typewriter”, narrerà la storia della macchina per scrivere ma illustrerà anche le macchine più interessanti di proprietà del museo con le storie dei loro proprietari e utilizzatori. E poi due pomeriggi culturali sulla storia della scrittura. Sabato 23 febbraio e sabato 2 marzo, negli spazi del museo, verranno illustrate e messe a confronto da Pippo Scirè, professore di linguistica, le scritture cuneiforme, geroglifica e cinese, con la possibilità di effettuare una prova di scrittura cuneiforme su argilla cruda. E prima di congedarci Scirè ha voluto regalarci un’anticipazione scrivendo il nome della nostra testata, “Zona Nove”, in queste tre antiche grafie. Ecco qui sotto come si scrive “Zona Nove” nelle scritture cuneiforme, geroglifica e cinese.

Info: 347.8845560 – umberto1935@libero.it.