Certamente non sembra una novità, ma in questi tempi, di loro, se n’è parlato molto. Il problema è di quelli colossali, perché le Api sono gli insetti che impollinano a tappeto la quasi totalità dei fiori e in particolare quelli che poi daranno i frutti. Pensate ad esempio a un grappolo d’uva, a quanti fiorellini contiene, a come ognuno dev’essere impollinato per produrre l’acino. Pensate a una spiga di grano, ogni chicco era un fiore da impollinare. Un lavoro che solo questi insetti possono fare. Da questa loro attività dipende la nostra vita sulla Terra. Perché se ne parla? Perché in questi anni la riduzione del numero delle Api è stato sensibile. La moria delle Api ha messo in allarme l’intera catena alimentare. Le cause sono molteplici, ne elenco solo alcune: i trattamenti chimici sulle piante, per contrastare i parassiti, le variazioni climatiche con il rialzo della temperatura media che anticipa parecchie fioriture, la siccità, l’inquinamento dell’aria, l’espandersi delle monocolture. Ultimamente si è scoperto che molte colpe sono da addebitarsi anche a un piccolissimo acaro (Varoa) che si attacca all’addome delle Api e ne succhia i “fluidi vitali”, indebolendole. In particolare colpisce le Api da miele dei Paesi Occidentali. La combinazione di questi fattori riduce la risposta immunitaria portando le Api a essere più soggette a malattie e morte. Per questo mi fa piacere osservare nuovamente, con l’arrivo della primavera, le Api ronzare su tutti i fiori a disposizione. (franco.massaro.2000@virgilio.it)