Come Palazzo Marino intende cambiare la periferia di Milano e del Municipio 9?

L’abbiamo chiesto all’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran
Come sarà Milano nel 2030? Quali novità ci saranno, in un arco temporale più ristretto, nella zona 9? Lo abbiamo chiesto in questa intervista esclusiva a Pierfrancesco Maran, assessore all’Urbanista del Comune di Milano.
Il 5 marzo scorso il Consiglio Comunale ha adottato il Piano di Governo del Territorio (Pgt) per Milano 2030. Perché tutta la Giunta, e lei in particolare, ha dato così tanta enfasi a questo atto politico?
Il Piano di Governo del Territorio è un documento fondamentale che dà indicazioni e regole per lo sviluppo urbanistico di Milano 2030, delineando le priorità di crescita, che deve portare benefici per tutti e diffusi su tutto il territorio, gli obiettivi ambientali, per rispondere alle grandi sfide climatiche del nostro tempo, le necessità dei quartieri, a partire dalla rigenerazione dello spazio pubblico, dall’aumento dei servizi e delle case a prezzi accessibili in affitto. È insomma un documento strategico, che vuole accompagnare Milano verso il 2030, estendendo la fase positiva che stanno vivendo molte parti della città oltre la cerchia filoviaria.
Il Pgt ricalca i 5 obiettivi di sviluppo presentati alla città l’anno scorso. Possiamo richiamarli per sommi capi, evidenziando le strategie per raggiungerli. Per ognuno di essi può esporci quali impatti avranno in particolare per il Municipio 9?
Milano nel 2030 sarà una città molto più connessa grazie alla M4, alla Cicle Line, e alla rigenerazione di 13 nodi di interscambio strategici, tra cui nel Municipio 9, Comasina e Bovisa, dove verranno incentivati interventi di social housing e di riqualificazione dello spazio pubblico. Sarà una città attrattiva e inclusiva, con l’aumento dell’offerta di case in affitto a prezzi accessibili e 6 nuove aree destinate a Grandi Funzioni Urbane che porteranno servizi a tutta l’area metropolitana. La Goccia-Bovisa sarà destinata allo sviluppo del Politecnico e alla realizzazione, nel 50% della superficie, di un grande parco pubblico. Sarà una città più verde e resistente, con la nascita di 20 nuovi parchi (tra cui Farini che sarà il terzo più grande di Milano e, come dicevamo, la Goccia), la nascita del Grande Parco Metropolitano con l’unione tra Parco Nord e Parco Sud, un ambizioso piano di forestazione su scala metropolitana e la riduzione del consumo di suolo del 4%. Milano nel 2030 valorizzerà i suoi 88 quartieri, a partire dalla riqualificazione dello spazio pubblico: Maciachini è una delle 7 piazza su cui verranno incentivati, attraverso la possibilità di superamento dell’indice edificatorio massimo, interventi di rigenerazione in grado di aumentare l’attrattività e la vivibilità di tutto il quartiere. Infine il tema della rigenerazione, con il recupero di 3mila alloggi popolari sfitti e la lotta agli edifici abbandonati, con forti penalità in termini di diritti volumetrici per i privati che non intervengono. Una norma che, ancor prima di essere approvata definitivamente, ha già prodotto i primi effetti, vedi la demolizione in corso dell’ex palazzo delle Posta in Piazzale Lugano, attesa da anni da tutto il quartiere.
Il documento adottato proseguirà il suo iter che prevede l’ascolto delle osservazioni dei cittadini e dei soggetti titolati per poi giungere all’approvazione definitiva dell’Aula di Palazzo Marino. Che tempi prevede e soprattutto pensa ci siano ancora margini per migliorare questo Piano già molto lungimirante e attento alla rigenerazione del territorio, all’ecologia e allo sviluppo sostenibile? La fase di osservazioni partirà nelle prossime settimane. Siamo convinti che, da chi vive e ama la città possano arrivare molte proposte interessanti in grado di rendere il Piano ancora più efficace e rispondente ai bisogni del territorio. Il ritorno in Consiglio Comunale per l’approvazione finale sarà dopo l’estate.
Non possiamo non chiederle qualche novità su tre ambiti di grande interesse per il Municipio 9: Scalo Farini, Scalo Greco- Pirelli ed ex Caserma Mameli. Per lo Scalo Farini verrà presentato tra pochi giorni il masterplan vincitore del concorso internazionale lanciato per disegnare gli spazi secondo le regole dell’Accordo di Programma siglato tra Comune, FS e Regione Lombardia.
Successivamente si aprirà una fase di dibattito pubblico che ci porterà ad avere un masterplan definitivo entro l’estate. Per Greco-Pirelli le novità arriveranno a fine maggio, quando verrà proclamato il vincitore del bando internazionale Reinventing Cities, che prevede l’alienazione di 5 aree a favore di progetti di rigenerazione urbana. Questo sarà il primo dei 7 scali, insieme a Farini, su cui prevediamo di veder partite i lavori. Per quanto riguarda infine il progetto di Cassa Depositi e Prestiti per la Caserma Mameli,stiamo chiudendo le procedure di Valutazione Ambientale Strategica e avviando quelle di Valutazione di Impatto Ambientale: l’obiettivo è di adottare il piano entro fine anno.