Milano: condannati i responsabili ex Fibronit per i decessi causati dall’amianto

Finalmente riconosciute le tesi scientifiche di ricercatori e scienziati indipendenti da conflitti di interesse sostenute dalle associazioni delle vittime dell’amianto. Il giorno 21 marzo nel tardo pomeriggio la Quinta Sezione della Corte d’Appello di Milano, che finora aveva sempre assolto i manager delle principali aziende multinazionali, ha confermato le condanne stabilite in primo grado dal Tribunale di Pavia contro gli imputati, dirigenti ex Fibronit di Broni, per circa 200 decessi, causati dall’amianto, fra i lavoratori, ma anche fra la popolazione civile, condannando i manager Michele Cardinale a 3 anni e 10 mesi e Lorenzo Mo a 3 anni. Con questa sentenza, la giudice Giovanna Ichino ha interrotto la lunga sequela di assoluzioni emesse dalla V sezione penale del Tribunale di Milano. Le associazioni delle vittime possono finalmente dire che c’è un minimo di giustizia per i troppi morti per amianto della Fibronit, oltre 200. Si aprono così nuovi scenari e speranze per quanti si battono per il riconoscimento delle responsabilità dei tanti decessi di lavoratori e di cittadini esterni alle fabbriche causati dall’amianto che fanno della Lombardia la Regione con il più alto numero di morti in Italia. Grande soddisfazione è stata espressa dal Coordinamento Amianto Lombardia, di cui fanno parte Il Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio, Medicina Democratica, l’Associazione Italiana Esposti Amianto, Il Comitato Ambiente e Salute del Teatro alla Scala, i sindacati Cub e Sgb. Soddisfazione è stata espressa anche il 22 marzo al convegno “Amianto e (in) giustizia: la scienza è neutrale?” dai relatori, scienziati e tecnici del settore, che da anni sostengono che tutte le esposizioni continuative alla fibra cancerogena dell’amianto sono rilevanti per contrarre i tumori e non solo le prime esposizioni come sostenuto finora dalla Quinta Sezione del Tribunale di Milano. Il 28 aprile è la Giornata mondiale contro l’amianto e quest’anno le associazioni delle vittime, che con cortei e assemblee ricordano e commemorano le vittime possono finalmente dire che la loro lotta ha ottenuto un briciolo di giustizia, se pur tardiva e non definitiva. • Un corteo per ricordare i morti d’amianto Il 27 aprile il Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio sfilerà in corteo per chiedere giustizia per le vittime dell’amianto e in ricordo di tutti i lavoratori e cittadini assassinati in nome del profitto. Il corteo partirà alle 16 dal Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli” di via Magenta 88, Sesto San Giovanni, fino alla lapide di via Carducci sul territorio dove un tempo sorgeva la ex Breda. Nel loro manifesto i comitati delle vittime dell’amianto riportano i dati dei morti d’amianto: in Italia, in Europa e nel mondo. Secondo le associazioni in Italia la strage infinita dell’amianto provoca 4.000 mila morti ogni anno, stragi in gran parte impunite. L’amianto si trova ancora ovunque, nelle tettoie, nei rivestimenti delle scuole, nelle intercapedini dei nostri appartamenti, negli ospedali e nelle caserme, negli edifici pubblici. L’Organizzazione Mondiale della Sanità valuta che siano almeno 125 milioni i lavoratori nel mondo esposti all’amianto. e che ogni anno siano circa centomila i morti, ma gli esperti avvertono che si tratta di cifre sottostimate. Come scrivono le associazioni, l’amianto non è un problema del passato, ma del presente e del futuro. Oggi bonificare l’ambiente e i luoghi dì lavoro e dì vita è interesse di tutti.