Emergency chiama… Passerini risponde!

(Iinsegnante scuola Vittorio Locchi)
Capita che in un anno scolastico vengano proposte alle scuole decine di concorsi, tra i più svariati, dai concorsi letterari, a quelli che riguardano le nuove tecnologie; ma uno in particolare quest’anno ha colpito la nostra attenzione: il premio Teresa Sarti Strada di Emergency. L’Istituto Comprensivo Locchi da oltre 12 anni collabora con la Onlus fondata da Gino Strada, offrendo ai propri studenti laboratori che toccano tematiche calde del quotidiano: prendersi cura degli altri (cura sia medica che sociale), le guerre nel mondo, gli stati di indigenza, i diritti degli uomini e in particolar modo quelli dei bambini. L’edizione 2018/19 del premio intitolato a Teresa Sarti Strada aveva come tema l’impegno “un invito a non girare lo sguardo davanti ai bisogni degli altri esseri umani e a impegnarsi per costruire un mondo migliore”. Quando, insieme ai nostri colleghi, abbiamo preso in considerazione l’idea di cogliere questa opportunità, abbiamo provato a ragionare, mettendoci nei panni dei bambini, i nostri alunni, e a immaginare quale potesse essere la loro naturale “risposta” a questa sollecitazione; cosa possiamo fare per un mondo migliore? Possiamo impegnarci ad essere noi stessi, a vivere uno a fianco all’altro, senza troppe costruzioni ideologiche, senza forzature di sorta, solo e semplicemente mantenendo la naturalezza e la spontaneità che contraddistinguono l’innocenza di chi ancora può fare tanto per il nostro mondo. Fatta questa premessa abbiamo pensato a una frase che portasse all’esterno la nostra voce, quasi fosse il nostro biglietto da visita; però, trovate le parole (“Il mondo in una faccia, via Passerini, a scuola di umanità”), per rendere l’idea del nostro impegno, serviva ancora qualcosa…e allora giù a leggere e rileggere la traccia del concorso…” un invito a non girare lo sguardo…”. Trovato: quale impegno migliore se non quello di metterci la faccia, noi per primi? Ed ecco quindi come è nata l’idea di comporre una scritta utilizzando gli autoritratti di tutti gli alunni della scuola primaria di via Passerini. Una semplice formula per tradurre il nostro impegno: le parole (dei nostri pensieri), le facce (del nostro impegno a esserci) e della semplice carta da pacco (per lasciare traccia del nostro operato). Nulla più. Mettiamoci poi il fondamentale coinvolgimento diretto di uno dei nostri bambini, un ragazzo speciale ma al tempo stesso uno dei tanti, perché la scuola, per come la intendiamo noi, è fatta di tanti colori e tante differenze (mai diversità) che diventano un tutt’uno quando stanno insieme. Il gioco è fatto. Il nostro ragazzo ha raccolto i lavori di tutti, ha tagliato il nastro adesivo per assemblare tutta la carta da pacco utilizzata, si è sporcato le mani con la colla vinilica, ha maneggiato con coscienza forbici e cutter, guidato dai suoi maestri, ha portato a termine questo importante compito. Come andrà a finire questo concorso non possiamo saperlo, ma nei nostri cuori rimarrà per sempre questa splendida esperienza di vita e soprattutto la convinzione di fare il lavoro più bello del mondo… quel “mondo in una faccia” di tutti i nostri bimbi!