Il Fiore del Partigiano all’orto sociale

Domenica 28 aprile all’Orto sociale di Niguarda, in via Cherso 24, è stato messo a dimora il Fiore del Partigiano scelto per quest’anno. La scelta, su proposta di Antonio Masi, è caduta su una rosa bianca e su una rosa rossa in ricordo di Maria Peron, infermiera dell’Ospedale Maggiore di Niguarda e poi partigiana in Val d’Ossola. Un grande grazie all’Orto e ad Alice Vercesi “inventrice” di questa ormai consolidata tradizione. “È questo il fiore del partigiano morto per la libertà!”. Lo portò il 26 aprile 1945 dalla Val d’Ossola l’infermiera partigiana Maria Peron, venuta per sfilare a Milano con la sua formazione partigiana contro i nazifascisti in fuga. Oggi la targa che ricorda Maria Peron, con la suora Giovanna Mosna, si trova in via Tremiti, proprio di fronte all’Orto Comune di Niguarda. Dopo l’8 settembre1943, l’infermiera e la suora, operanti presso l’Ospedale di Niguarda, entrano in contatto con la Resistenza milanese tramite diversi prigionieri politici che sono stati trasferiti a Niguarda a causa del bombardamento dell’infermeria del carcere di San Vittore. Maria, insieme ad altre infermiere, provvede alla loro fuga attraverso l’espediente dei travestimenti: ad esempio, il futuro dirigente del Pci Aldo Tortorella viene fatto fuggire travestito da donna. Comincia, così, la collaborazione dell’infermiera con i Gruppi di Azione Partigiana (Gap) che operavano nel quartiere di Niguarda. Alla fine però i nazifascisti scoprono l’organizzazione clandestina e il 5 di maggio l’infermiera per sottrarsi alla cattura e grazie all’appoggio dei Gap riesce a riparare, come si è detto, in Val d’Ossola. Maria operava in accordo sempre con la suora Giovanna Mosna e il dottor Grossoni.
Angelo Longhi (anpinigaurda@gmail.com)