Care lettrici, cari lettori, il 2 giugno 1946 tutti gli italiani partecipano al referendum istituzionale compreso, per la prima volta, le donne e con il 54,69% dei voti, l’Italia è Repubblica. Che la nostra sia una “Repubblica democratica fondata sul lavoro” la Costituzione lo afferma al suo primo articolo che riguarda direttamente tutti, uomini e donne, ma il successivo articolo 3 ha, per le donne, una particolare importanza. Infatti esso afferma che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori alla organizzazione politica economica e sociale del Paese”. “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro”. Per centinaia di migliaia di uomini e per milioni di donne questo lavoro non c’è, per milioni questo lavoro c’è ma soltanto fuori dal Paese, imboccando la via dell’emigrazione.

•Cittadini in erba. Qualche giorno fa si è tenuta l’VIII edizione del concorso poesie per le scuole primarie e secondarie di I grado del Municipio 9 di Milano (vedi articolo a pag. 8) con la partecipazione di 370 alunni. Tutti gli anni mi pervade sempre una profonda emozione alla premiazione e lettura delle poesie premiate. Un grazie a tutti. Perché la Repubblica dei ragazzi? Perché sono loro il nostro presente, il nostro futuro e non c’è miglior linguaggio se non quello che nasce dal cuore. Nelle loro parole troviamo i loro desideri, i loro sogni, le loro aspettative, la gioia, il dolore, la legalità, la mafia. E il loro cuore parla come Elisa: ”Grazie a chi mi fa capire che nessun incidente, nessuna malattia potranno spezzare le ali dei miei sogni e i voli della mia gioventù”. Come Terence: ”Volo mentre un sogno di magia che aiuti le persone in difficoltà a volare senza forza di gravità”. Come Mascia: ”Il viaggio è un sogno lontano, amico ti tendo la mano”. Come Greta: “Esiste il diritto alla libertà e bisogna essere sempre in felicità”. Come Rayyan: “Sono felice soprattutto quando conosco nuovi amici che arrivano da tutti i paesi del mondo…”. Come la III C: “E la speranza nel cuore, di un mondo assai migliore…”. Come Maria Vittoria: “Dalla guerra sono scappato ma la mia famiglia ho abbandonato”. Come Colomba: “Un unico desiderio di vivere: la fioritura, il sole cocente…”. Come Yassin: “Se fossi tristezza ogni mia lacuna caduta in mare, ti cullerebbe per raggiungere la via dei tuoi sogni”. Come Beatrice: “Tu, che esegui gli ordini senza saperne le conseguenze…”. Come Gabriele: “La tecnologia ci rende schiavi, ci rende ciò che non vogliamo essere”. Come Jessica: “Se fossi mare… sorriderei a tutti voi in quei barconi…”. Come Katrina: “Quando suono la mia chitarra, in testa ho un compositore che narra”. Come Nishini: “Sono un immigrato voglio comunicare il mio essere uno di voi e con voi!”. Come Chiara e Noemi: “Poi, io, sola nei miei pensieri, in questa distesa di pregiudizi e incomprensioni”. Come la III B: “Da quando c’è un amico pronto ad aiutarti ti senti sempre capace di rialzarti”. Come Alessio: “Le leggi dobbiamo rispettare, se in un mare di guai non vogliamo andare, vivere in amore, pace e armonia… è la cosa più bella che ci sia!”.