Bambini e bambine della Passerini ecco a voi il “Feliciometro”!

La scienza ci ricorda spesso che si apprende più volentieri (e meglio!) in un ambiente in cui ci si sente accolti e si è a proprio agio, in cui si sta bene! È quindi nostro compito di insegnanti fare in modo che la scuola si identifichi come luogo connotato da serenità e felicità. Abbiamo il dovere di dirigere le nostre riflessioni, la nostra professionalità e i nostri sforzi in questa direzione. La scuola primaria Vittorio Locchi, anche grazie alla sua variegata utenza, è diventata, forse prima di altre realtà, molto attenta al tema dell’accoglienza e dell’inclusione. Da molti anni bambini con storie e provenienze disparate trovano qui un ambiente accogliente e sensibile ai loro vissuti e trascorsi. A scuola le emozioni che incidono sul nostro benessere e sull’apprendimento sono un aspetto fondamentale, imprescindibile, e le ritroviamo nelle risate soffocate nei corridoi, nei libri prima di affrontare una verifica o un’interrogazione (che a noi piace chiamare “restituzione”); sono nello zaino che ha in spalla il bambino che aspetta davanti al cancello e nel sorriso che gli rivolge il compagno di banco; sono ovunque. La complessità della scuola è data da numerosi e stratificati aspetti, come le persone, gli spazi (che hanno sempre un forte significato emotivo e cognitivo) e le relazioni. Proprio da queste considerazioni è partita l’idea di questo lavoro in cui gli insegnanti, convinti della fondamentale importanza dell’essere felici a scuola, hanno deciso di indagare sul benessere dei propri alunni. Il progetto, che è stato chiamato “Feliciometro”, consiste nella messa a punto di uno strumento che sia in grado di far emergere quanto gli alunni stiano realmente bene nel luogo che quotidianamente frequentano. Questo aspetto è molto importante perché, oltre a creare un ponte tra i ragazzi e la scuola sul piano della motivazione (elemento da non sottovalutare!), favorisce gli apprendimenti. Soprattutto è in grado di favorire gli apprendimenti “reali”, quelli indelebili che rimangono oltre la verifica, la scheda o il voto. Il “Feliciometro” è realizzato con un cartellone che è stato appeso nell’atrio principale; su di esso ci sono quattro facce rappresentanti diverse emozioni e ad ognuna di esse è collegata una bottiglia che conterrà i voti dei bambini. Gli alunni saranno aiutati a votare attraverso un breve questionario che li guiderà nel capire come si sentono a scuola. Gli insegnanti responsabili del progetto, Marilena e Luca, hanno realizzato un breve video, diffuso in ogni classe, in cui spiegano a tutti i bambini lo svolgimento e il senso di questo lavoro. L’obiettivo non è solamente capire quanto i ragazzi stiano bene a scuola, in relazione alle diverse e complesse variabili in gioco, ma anche quello di riflettere, progettare ed intervenire sugli aspetti che possono essere modificati direttamente da noi, insegnanti e alunni. Perché la felicità delle bambine e dei bambini è al contempo una base imprescindibile da cui partire e una meta ambiziosa da raggiungere, è un aspetto che ci sta davvero a cuore. Insomma, la nostra è una scuola al servizio della felicità!
• Breve carta dei diritti di una scuola felice
- Ho diritto di essere felice a scuola.
- Ho diritto di avere insegnanti preparati, competenti e sorridenti!
- Ho diritto di fare domande, di aver voglia di imparare. Sempre!
- Ho diritto di venire accolto con il mio personale bagaglio,
- che c’è sempre – è presente – ed è fonte di ricchezza.
- Ho diritto di giocare! È un’esperienza fondamentale della vita (non solo umana).
- Non dimentichiamolo!
- Ho diritto di oziare (si, ogni tanto anche a scuola!) e di “perdermi” nei miei pensieri
- (che ci sono, al di là delle schede, dei voti e delle verifiche!).
- Ho diritto di avere insegnanti che non abbiano paura (ma poi, paura di cosa?)
- di giocare con me! Possiamo imparare tanto insieme!
- Ho diritto di avere una scuola in cui tutti questi diritti siano un tesoro da proteggere,
- non un’utopia da raggiungere!
Marilena Onorati e Luca Ferrari, insegnanti della scuola Vittorio Locchi