Conte, Marotta, Icardi e i tormenti dei tifosi nerazzurri

Nel comunicato con il quale l’Inter ha annunciato Antonio Conte nuovo allenatore nerazzurro vengono ricordati esclusivamente i suoi precedenti alla guida della Nazionale e del Chelsea. Omessi ad arte invece i suoi trascorsi juventini sia come giocatore che come allenatore. Qualcuno in società evidentemente si è accorto di averla fatta grossa e ha cercato di placare quel senso di imbarazzo che, anche se con gradi diversi, ha colpito tutta la tifoseria nerazzurra. Passato il primo momento sui social si sono create due posizioni contrapposte e ambedue legittime. Da una parte quelli che alla Montanelli “si turano il naso”, che tanto allenatori e presidenti passano ma l’Inter rimane e che in fondo il fine (la speranza nella vittoria) giustifica i mezzi. Dall’altra quelli che a tutto c’è un limite e che certo non condividono una citazione storica, ripresa poi da Boniperti, “Vincere non è importante ma è l’unica cosa che conta”, diventata ormai motto della società bianconera. La metà interista di questa rubrica si iscrive a quest’ultima posizione. Non certo perché siamo i più puri, i più bravi ma proprio perché, seppur sforzandoci, non riusciamo ad accettare il fatto che non ci siano alternative più vicine alla storia nerazzurra altrettanto valide tecnicamente, se non superiori, che possano riportare al successo l’Inter nei prossimi anni. E non è una questione tanto di juventinità; abbiamo apprezzato moltissimo la serietà e il lavoro di Trapattoni all’Inter e sempre ammirato campioni galantuomini come Zoff e Scirea. Antonio Conte invece è stato fino al 2004 il capitano della Juve dell’era Moggi che sarà poi coinvolta in calciopoli e successivamente allenatore di quella che ha sempre deliberatamente ignorato tribunali e sentenze (allo Stadium, campeggiano 37 scudetti quando dovrebbero essere 35) che hanno stabilito e confermato, nei successivi ricorsi, la revoca degli scudetti 2004-2005 e 2005-2006. Da allenatore del Siena è stato inoltre coinvolto per omessa denuncia, insieme al suo vice Stellini che sembra lo raggiunga anche nella nuova esperienza all’Inter, nell’ambito del terzo filone dell’inchiesta sportiva sul calcio scommesse su partite del 2011. Ecco perché siamo rimasti sorpresi quando sulla Gazzetta dello Sport abbiamo appreso che Conte sarebbe favorevole alla cessione di Icardi in quanto vuole in squadra solo uomini con “valori”. E sull’attaccante argentino si apre un capitolo di storia poco chiara degli ultimi sei mesi nerazzurri. Conte raggiunge all’Inter l’amministratore delegato Beppe Marotta con il quale ha condiviso tre anni di successi alla Juventus. Marotta dopo aver lasciato la squadra di Andrea Agnelli a settembre, arriva all’Inter a metà dicembre del 2018. Acclamato da tutta la stampa come il dirigente che rifonderà la società Inter si fa subito notare a febbraio quando dispone che venga tolta la fascia di capitano ad Icardi. La reazione dell’attaccante argentino e della moglie procuratrice Wanda Nara (quanti insulti sessisti abbiamo letto nei suoi confronti sui social) è quella di non rispondere alle convocazioni passando così inevitabilmente dalla parte del torto. Nel frattempo si scatena un massacro mediatico su Icardi che colpisce nel segno, molti tifosi nerazzurri sono ormai convinti che la sua cessione sia giusta. Peccato che ad oggi non sia ancora chiaro quale sia stato il vero motivo (le dichiarazioni inopportune durante alcuni programmi televisivi di Wanda Nara non possono esserlo) di un provvedimento tanto grave come la revoca del grado di capitano. Lo stesso Walter Sabatini, ex dirigente dell’Inter, ha dichiarato: “Sul piano disciplinare non mi inoltro, ma c’erano altri metodi per gestire la situazione”. Ed è proprio la gestione di questo caso, da qualsiasi punto di vista lo si veda, che lascia perlomeno perplessi. Scoppio della crisi appena dopo metà campionato con ancora l’Europa League da giocare (poi sappiamo come è finita..) e inevitabile perdita di valore del giocatore. La clausola presente nel suo contratto (valida per l’estero) recita 110 milioni ma sul mercato oggi ne vale 60-80 quando per un attaccante di livello si superano abbondantemente i 100 milioni. Dzeko, Lukaku, i nomi che girano per sostituire Icardi (111 gol in 188 presenze con l’Inter), fanno sinceramente sorridere. Giorno dopo giorno i giornali portano avanti invece quello che fino all’anno scorso avrebbe provocato una rivolta da parte del popolo nerazzurro: che ne dite di uno bello scambio Icardi- Dybala? Magari anche con un conguaglio aggiuntivo alla Juve…