Nelle famiglie di una Milano che ha una popolazione della terza età piuttosto ampia, è sempre più frequente il ricorso alla figura del collaboratore domestico che aiuti nel quotidiano i propri cari, più comunemente definito badante. Ebbene: spesso accade che la ricerca e la selezione della persona da affiancare al nostro familiare, non avvenga tramite canali così detti istituzionali, quali enti autorizzati; al contrario, accade frequentemente che la scelta avvenga tramite il così detti passaparola, o rivolgendosi a strutture di non specchiata professionalità. Ecco quindi che è importante disporre di alcune informazioni per potersi meglio orientare, evitando il “fai da te”, sulla scorta dell’erroneo presupposto che così facendo si risparmierà. Il contratto per lavoro domestico può essere utilizzato esclusivamente per l’assunzione diretta del/della badante convivente da parte dell’assistito o della sua famiglia. In ragione delle particolarità ed agevolazioni fiscali e contributive di questo tipo di rapporto di lavoro, non possono beneficiarne altri soggetti. La contrattazione collettiva nazionale dà indicazioni per le molteplici tipologie di lavoro domestico e prevede una serie di voci che dovrebbero essere sempre contrattate con cautela tra le parti al momento dell’assunzione. Come per ogni altra categoria di lavoratori, il contratto in esame prevede differenti livelli di inquadramento, cui corrispondono diversi trattamenti normativi, giuridici ed economici. Il livello individuato varierà a seconda delle mansioni che il collaboratore-badante svolgerà, nonché dall’anzianità di servizio e dalla qualifica. I livelli previsti sono quattro, nominati A, B, C e D, ciascuno con due parametri retributivi, semplice e super, e fanno riferimento a tre distinte aree di lavoro: quella dei servizi familiari, quella dell’assistenza e quella direttiva. È fondamentale in fase di assunzione ben determinare le esigenze della famiglia e dell’assistito, concordare le mansioni e quindi correttamente inquadrare il lavoratore. Ciò perchè, qualora l’assunzione avvenga – a mero titolo esemplificativo – secondo un livello inferiore a quello spettante, si potrebbero creare le condizioni per eventuali azioni da parte del lavoratore, con conseguenti contenziosi. È dunque importante assicurarsi che nella lettera d’assunzione queste indicazioni siano chiare e condivise. Assumere un collaboratore domestico – badante, è un momento molto importante per una famiglia che diviene datore di lavoro e che in ragione di ciò si assume la responsabilità relativa agli adempimenti previsti dalla legge. I passi fondamentali e più delicati sono quelli che seguono.

• Selezione: è forse la fase più delicata. Esistono numerosi modi per trovare la persona di cui si ha bisogno, tra cui il passaparola di cui sopra, internet, gli uffici per l’impiego pubblici e le agenzie ufficialmente riconosciute. È importante nel momento della selezione parlare approfonditamente con i candidati, per capire il loro carattere, le inclinazioni, le esperienze di vita e lavoro, nonché la capacità di comunicare adeguatamente con i nostri cari: non si tratta di valutare le sole competenze tecniche e le qualifiche, ma altresì il modo di porsi.

• Contratto: dopo la selezione, dovranno esserne definite in dettaglio le voci. Tra esse, l’inquadramento, la retribuzione, la durata, il regime dei permessi settimanali, gli orari di lavoro, le mansioni e la condizione alloggiativa. Più chiara e concreta sarà la lettera di assunzione e meno possibilità di contenziosi potranno verificarsi; ciò, naturalmente, a patto che le condizioni ivi previste vengano rispettate.

• Sottoscrizione del contratto, comunicazioni di legge, tra cui la comunicazione al Centro per l’Impiego e/o allo Sportello Unico in caso di lavoratore extracomunitario e comunicazione di cessione di fabbricato in cui si notifica il trasferimento della badante nella casa; adempimenti periodici (es. presentazione busta paga in base ai giorni lavorati, liquidazione dei contributi, comunicazione eventuale cessazione rapporto di lavoro). Quelli appena citati sono tutti adempimenti conseguenti l’assunzione.

• Spesso non è chiaro alla famiglia come debba essere organizzato e gestito l’orario di lavoro, così come le ore quotidiane e i giorni di riposo; ciò dipende naturalmente dal tipo di contratto (part o full time), nonché dal fatto che il collaboratore sia convivente o meno con la famiglia o con l’assistito. Nel caso di convivenza, dovranno essere garantiti vitto adeguato, un ambiente di lavoro salubre e moralmente integro, nonché un alloggio idoneo a garantire la riservatezza e la dignità della persona. • È importante sapere che qualora la famiglia abbia bisogno di un servizio sette giorni su sette, ad esempio perché il familiare non può essere lasciato solo, la Costituzione impone il riposo settimanale quale diritto irrinunciabile; al fine di prevenire il contenzioso è importante che il riposo sia quindi rispettato. Ferie, malattia e infortuni sono altri istituti che è necessario siano gestiti con le debite cautele e nel rispetto della normativa vigente; eventuali illeciti possono infatti comportare oneri e costi importanti a carico del datore di lavoro. È appena il caso di osservare che incombono rischi in caso di lavoro irregolare e che tale prassi, purtroppo diffusa, è estremamente rischiosa, perché può comportare sanzioni in sede civile, penale e amministrativa a carico del datore di lavoro. Onde evitare di incorrere in errori le cui conseguenze sono non di rado estremamente onerose, è bene affidarsi a uno studio legale, che possa consigliarvi e guidarvi alla scelta di un buon consulente del lavoro, così da poter adeguatamente prevenire eventuali sanzioni e controversie.

Per chi desiderasse approfondire, Avv. Alessia Castellana V.le Premuda 16 Milano, Tel. 02.36768630 alessia.castellana@studioavvocatiecommercialisti. it